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L’Ucraina stretta nelle maglie di Trump, che imbroglia anche sui numeri

“La strategia per l’Ucraina sta silenziosamente cambiando in Europa per adattarsi al tono mutevole degli Stati Uniti: da una promessa di sostegno inflessibile a uno sforzo per portare Kiev al tavolo delle trattative con una mano forte” scrive oggi il quotidiano statunitense Politico.

La nuova amministrazione USA mira a porre fine alla guerra con la Russia a 100 giorni dal suo insediamento, aveva dichiarato l’8 gennaio scorso Keith Kellogg, inviato speciale di Trump per la pace in Ucraina. Kellogg visiterà l’Ucraina il 20 febbraio dopo la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco che inizia questo fine settimana.

Intanto Trump sta imbrogliando le carte e presenta il conto a Kyev. In una intervista a Fox News ha dichiarato che Washington ha investito in Ucraina “più di 300 miliardi di dollari, probabilmente 350”, mentre “l’Europa è dentro per probabilmente 100 miliardi di dollari, noi siamo dentro per più del doppio”.  E adesso gli Usa vogliono una perequazione dall’Ucraina. “Ho detto loro che voglio l’equivalente di 500 miliardi di dollari di terre rare e hanno sostanzialmente accettato di farlo, così almeno non ci sentiamo stupidi. Altrimenti siamo stupidi”, ha detto Trump a Fox News. “Ho detto loro: dobbiamo ottenere qualcosa. Non possiamo continuare a pagare questi soldi”. 

Ma Trump sta imbrogliando con i numeri: dal 2022 a oggi gli USA hanno inviato 183 miliardi di dollari in aiuti militari all’Ucraina, molti meno di quelli dichiarati, l’Unione Europea ne ha inviati 140.

Secondo la rivista statunitense Foreign Policy, l’Ucraina possiede “giacimenti commercialmente rilevanti di 117 dei 120 minerali più utilizzati dall’industria in oltre 8.700 depositi”. Secondo le stime della rivista Forbes, il valore totale dei depositi di minerali in Ucraina potrebbe superare i 14.800 miliardi di dollari ma più del 70% dei giacimenti di trovano in tre regioni: Donetsk, Dnipropetrovsk e Luhansk, proprio nel cuore del fronte di guerra e il larga parte controllate dalle forze armate russe.

La transizione del potere a Washington e i cambiamenti previsti nella politica degli Stati Uniti sull’Ucraina stanno mettendo in discussione anche il futuro del cosiddetto vertice di Ramstein tra i ministri della Difesa della Nato e l’Ucraina. Il vertice serviva per coordinare il modo in cui i vari paesi forniscono aiuti militari all’Ucraina. A febbraio, per la prima volta dall’istituzione del formato di Ramstein, l’incontro è stato convocato dal Regno Unito, non dagli Stati Uniti.

Senza consegne di armi dagli Stati Uniti, penso che avremo enormi problemi sul campo di battaglia”, ha detto Yehor Cherniev, un deputato ucraino del partito di Zelensky.

I funzionari ucraini sono rimasti a bocca asciutta alla vigilia della Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, anche se hanno avuto lunghi colloqui con funzionari americani ed europei. Andrii Yermak, il capo dell’ufficio presidenziale, ha parlato sia con il consigliere per la sicurezza nazionale Michael Waltz che con Keith Kellogg, inviato di Trump per la Russia e l’Ucraina ma senza ricavarne certezze sul futuro.

In Ucraina intanto si affacciano ipotesi sul come conquistarsi e mantenere un ruolo privilegiato negli interessi dell’Occidente collettivo una volta che il conflitto trovasse una sua normalizzazione.

Secondo il Kyev Indipendent questo ruolo potrebbe essere svolto in un quadrante come il Medio Oriente in funzione anti-russa.

Una maggiore presenza ucraina in Medio Oriente offrirà molteplici vantaggi all’Occidente, contribuendo a spostare l’equilibrio di potere regionale a suo favore e contrastando l’influenza della Russia. Gli ucraini capiscono che la vittoria sulla Russia richiede l’espansione della loro influenza oltre l’Europa. L’Occidente ha tutte le ragioni per rafforzarli in questo sforzo in Medio Oriente”.

In secondo luogo, secondo il giornale, “l’Ucraina può aiutare l’Occidente a contrastare  le narrazioni russe in Medio Oriente e in Africa. L’influenza di Mosca in queste regioni è stata significativa, contribuendo a spiegare perché alcuni partner mediorientali non hanno sostenuto gli sforzi occidentali per isolare la Russia”.

Infine viene avanzata la proposta che gli Stati Uniti possano sostenere il commercio ucraino con la Siria, a partire dal cibo. Fino a poco tempo fa, la Russia era il più grande fornitore di grano alla Siria. Tuttavia, con la caduta del regime di Assad, queste spedizioni sono state sospese, creando un’apertura ideale per Kiev. 

Insomma l’Ucraina del futuro si candida a fare un pò di lavoro sporco per conto del blocco euroatlantico, a farsi saccheggiare le proprie risorse ed a mercanteggiare negli spazi che si aprono in altri quadranti. Una brutta fine.

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