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Germania in stallo, tra conservazione e reazione

Una toppa politica “moderata” sulla voragine della crisi tedesca. I risultati delle elezioni confermano quasi tutte le previsioni della vigilia. L’unica incertezza riguardava infatti se la vittoria dei democristiani di Cdu/Csu sarebbe stata tale da permettere il più classico dei governi di transizione – la Grosse Koalition insieme ai sedicenti socialdemocratici dell’Spd – oppure se si sarebbe reso necessario un “triangolo” includendo i Verdi (quelli guerrafondai di Baebock, peraltro).

Le urne sono state a loro modo spietate. Il finanziere Friedrich Merz, il volto di destra della Cdu, ha vinto ma è rimasto abbondantemente sotto il 30%. Anzi, addirittura sotto il 29 (28,5%), che si traducono in 208 seggi.

Il tracollo dell’Spd ha lasciato a Olaf Scholz e soci appena il 16,4% e 120 deputati. Insieme fanno 328 seggi, garantendo una maggioranza risicata di appena 12 deputati.

Per la formazione di un governo al sicuro da sempre possibili “incidenti parlamentari” – già annunciati per quando si dovranno votare provvedimenti sull’immigrazione, che la Cdu proporrà nell’illusione di  “limitare” così l’ascesa dell’Afd – sarebbe necessario imbarcare anche i Grunen, scesi all’11,6%, ma d’altro canto questo complicherebbe le trattative (lo scambio politico tra i diversi programmi) e non assicurerebbe egualmente la “stabilità”.

L’attesa e temuta avanza neonazista dell’Afd è andata anche leggermente al di sopra delle aspettative (il 20,8% invece del 20 attribuito dai sondaggi), raddoppiando voti e seggi; segno che l’alta partecipazione al voto (quasi l’84%) non ha influito sulle proporzioni finali. E che questa presenza è ormai “strutturale” in tutta la Germania, non più solo nei depressi land orientali.

Riemerge dalle tenebre Die Linke, la “sinistra disponibile” che sembrava qualche mese fa destinata al dimenticatoio. Merito in parte dell’ennesima scelta da marketing politico, che ha portato ai vertici la giovane Heidi Reichinnek, anche lei una “ossie”, per intercettare almeno una parte dell’elettorato che vive nell’ex Ddr.

Una resurrezione sicuramente facilitata dal suicidio politico commesso quasi un mese fa da una parte dei parlamentari del Bsw (la lista di Sarah Wagenknecht), quando hanno votato insieme a Cdu e Afd un ordine del giorno per una futura “legge sulla limitazione dell’afflusso” degli immigrati. Un atto politicamente stupido ma devastante sul piano simbolico, che aveva aperto subito un problema serio con l’ancora vasto elettorato di sinistra radicale, indisponibile a commistioni contronatura. Si è fermata al 4,97%, a una manciata di voti dalla soglia di sbarramento, mentre i sondaggi pre-cazzata la davano sopra il 7%.

Infine spariscono dal Bundestag i liberali, fermi al 4%. Ma nessuno li rimpiangerà…

La formazione di un governo, come da prassi, non sarà né facile né rapida. Lo stesso Merz, mezzo trionfatore, pur spingendo per una soluzione veloce perché “il mondo non ci aspetta”, ha presentato come una vittoria l’eventualità di riuscirci prima di Pasqua (tra due mesi).

Al di là delle ipotesi fornite dall’ars combinatoria sui numeri, il centro della questione è se un governo di compromesso – il solito governo di compromesso, da oltre venti anni a questa parte – sarà in grado di affrontare e soprattutto risolvere problemi giganteschi derivanti dalla mutata situazione strategica in cui la Germania si trova ora.

Due anni di recessione sono un record negativo terribile per la principale economia del Vecchio Continente e dimostrano la crisi profonda in cui è precipitato il “modello mercantilista”, export oriented, basato su salari bassi o comunque “congelati” per un ventennio. Quello stesso modello imposto, per forza economica e azione politica, a tutta l’Unione Europea, che ora si dibatte nella stessa crisi.

Chiunque governi a Berlino, inoltre, non può fare molto contro il venir meno delle ragioni “strutturali” della prosperità tedesca: forniture energetiche a basso costo provenienti dalla Russia, esportazioni verso Mosca e Pechino (poi crollate in conseguenza delle “sanzioni” decise dagli Stati Uniti di Biden per la guerra in Ucraina), basse spese militari grazie all’”ombrello” Usa e all’appartenenza alla Nato. Tutti pilastri che sono venuti meno.

La prospettiva di dazi Usa sulle merci europee, fermo restando il blocco verso Est (logica conseguenza del persistente atteggiamento ultra-guerrafondaio europeo sull’Ucraina), non consente oltretutto di vedere un minimo di sereno all’orizzonte, mente tracolla anche il pilastro industriale principale, l’automotive.

Come si vede, il “successo” economico tedesco era fondato su condizioni strategiche che consentivano il perdurare di un modello “conservativo” sul piano industriale e conservatore su quello politico (l’Spd non è mai stata diversa dalla Cdu, dai tempi di Brandt e Schmidt).

Ed anche quando funzionava quell’assetto non ha consentito di risolvere la principale contraddizione interna alla Germania, ossia la diseguaglianza profonda tra i land dell’Ovest rispetto a quelli ex Ddr, oltretutto spogliati del proprio apparato produttivo in seguito all’Anschluss post caduta del Muro.

L’approccio “conservativo” ha ridotto al minimo la capacità di innovazione – praticamente, nessuna impresa tedesca od europea, segnala persino Mario Draghi, è presente tra i protagonisti delle nuove tecnologie – anche perché nessuna “visione” lungimirante è stata prodotta o almeno cercata. Le imprese, del resto, avevano un ambiente confortevole in cui fare alti profitti con il minimo sforzo…

Ora questo mondo invecchiato nella “stabilità” fissata dalle politiche di “austerità” si ritrova a doversi districare tra il trumpismo aggressivo (ma finalizzato alla riduzione degli impegni e delle spese statunitensi) e una possibile “nuova Yalta” che cancellerebbe di colpo tutto il castello di politiche e menzogne messo su nell’ultimo trentennio. Tradotto: che ridurrebbe la portata delle relazioni commerciali con Washington mentre restano congelate quelle con Russia e Cina.

Un problema gigantesco che riguarda certo tutta l’Europa. Ma che ha nella Germania, per forza di cose e di “peso”, il fulcro che determinerà il futuro a medio termine. Un fulcro in stallo tra conservazione senza speranze e reazione senza cervello. Perché l’unica cosa chiara è una Germania “neonazista” potrebbe solo dar fuoco alle polveri stivate nella crisi, non certo costruire una prospettiva credibile.

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11 Commenti


  • Giuseppe

    Scusate ma perché parlate di “suicidio”, “cazzata”, “atto politicamente stupido”, ecc. riguardo al voto di BSW alla legge sulla limitazione dell’afflusso? Un suicidio si fa quando tu prendi una posizione contraria al tuo programma, ai tuoi principi, a quello che dici. No? In questo caso non è così. La Wagenknecht ha quelle posizioni sull’immigrazione, è per questo che ha votato la legge. Se n’è andata dalla Linke proprio per questo. O mi sono perso qualcosa?


    • Redazione Contropiano

      Un suicidio si fa quando fai una cazzata sperando che ti porti voti (restando alla pura logica elettorale). E invece te li fa perdere…


  • Angelo De Marco

    alcune considerazioni, intanto credo che Bsw farà ricorso perché per pochissimo non raggiunge il 5% e potrebbe cambiare tutto non avendo più democristiani e socialdemocratici da soli la maggioranza; non penso che per il Bsw votare quella mozione sull’immigrazione sia stata l’ unica stupidaggine, non dobbiamo dimenticare che governa nel Magdeburgo con i socialdemocratici e in Turingia pure con i democristiani.Se Die Linke è ” la sinistra disponibile” come dice l’ articolo non è certo da meno la Bsw viste le sue alleanze in certi Land.


  • Giancarlo Staffo

    Die Linke è più che disponibile ed ha dirigenti apertamente filosionisti, BSW ha fatto errori veramente suicidi


  • Giuseppe

    Ma in realtà non l’hanno fatto sperando che gli portasse voti, scusate. L’hanno fatto perché condividevano quella legge, e quella legge era perfettamente in linea con le loro posizioni. Semplice. Condividi una legge, quindi la voti. Cosa c’è di sbagliato?


    • Redazione Contropiano

      era un “ordine del giorno”, poco più di una dichiarazione di intenti.. I tempi sono quelli della campagna elettorale… E infatti qualcuno ha votato a favore, qualcuno contro… Un suicidio.


  • Leonardo

    Giuseppe, la ‘cazzata’ consiste nell’essersi prestati consapevolmente a un ‘teatrino elettorale’ (come S.W. ipse, dixit) che avvantaggiava i soli promotori AFD e CDU: sarebbe bastato questo per sottrarsi, senza scomodare il programma. (A scanso di equivoci, il sottoscritto considera l’esperienza BSW come la novità più interessante emersa nella sinistra europea dell’ultimo decennio, almeno). E’ però indubbio che dopo quel voto si è scatenata la marea ben coordinata di quelli che chiamo “anti-fascisti da riporto” (magari in buona fede ma dalle idee un po’ confuse) su cui ha planato la giovane Heidi che le ha sbarrato la strada del Bundestag e posto in forse l’intero progetto. Heidi, con la sua Rosa (Luxemburg) Tatuata e, soprattutto, col suo milione di followers tik-tok. Dubito che qualcuno insinuerà ingerenze straniere via tik tok sul voto, mica siamo in Romania. Insomma, stupisce che un politico navigato come S.W. ci sia cascata.

    Ricorsi a parte (dopo tutto mancano all’appello solo 13.700 voti, pare) però, occorre ragionare più a fondo sulla partita, senza ‘attaccarsi alla VAR’ …

    Se mi è consentito, propongo una disamina più approfondita che include i limiti, inevitabili, della forma-Partito del BSW:
    https://www.nachdenkseiten.de/?p=129254 (usare un buon traduttore, se del caso, tipo Yandex verso l’inglese).

    Per Angelo, è vero: ci sono state difficoltà nei negoziati per alcuni Lander (Turingia, in particolare), ma le alleanze eterogenee a livello locale con la CDU non sono improvvisate o contronatura, se conosci un po’ le tesi di S.W. Soprattutto la barra contro la partecipazione alla guerra Nato-Ukr è finora stata tenuta ferma. Certamente fare una politica dei contenuti ‘con chi ci sta’ presuppone non solo chiarezza teorica (che potrebbe anche esserci) ma soprattutto solidità organizzativa e coesione dei gruppi dirigenti per ampliare la propria base e attuarle. Se no si fa la fine che dici tu.


  • Giovanni Scavazza

    ….Tutti proni con fare servile pur di rientrare nella foto di rito, con la speranza di ottenere favori per se stessi…
    ….Dalla parte del piu’ forte quindi, contro la propria stessa tradizione…
    ….Nel frattempo la Storia passata ancor prima di ricordargli di loro stessi e auspicabilmente insegnargli cio’ che li aiuterebbe a migliorare, non smette mai di parlargli. Prosit.


  • Giuseppe

    Va bene, era un ordine del giorno, cosa cambia? L’hanno votato per convenienza o perché lo condividevano? Perché lo condividevano, ovviamente. Se domani Merz presenta una legge che blocca le frontiere, un eventuale gruppo parlamentare di BSW cosa dovrebbe fare, secondo voi?


  • Ottavio Romano

    A me risulta che BSW si sia astenuta su quell’o.d.g., non che abbia votato a favore


  • Cecco

    Il problema non è cosa ha fatto bsw, votato a favore o votato contro, il problema è che bsw sull’immigrazione ha posizioni sinceramente impotabili. Per me basta solo questo per metterci una croce sopra

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