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Romania. Esclusa dalle elezioni un’altra candidata “sgradita” all’Unione Europea e alla Nato

Prima hanno impedito la candidatura di Calin Georgescu, un nazionalista, adesso l’Ufficio elettorale centrale della Romania ha deciso di rigettare la candidatura anche di Diana Iovanovici Șosoaca, la leader di un altro partito di destra – “S.O.S. Romania” – che si era candidata per le elezioni presidenziali.

La Sosoaca, anche lei una ex dell’Alleanza per l’Unione dei Rumeni, si era già candidata alle elezioni del 2024, che però erano state annullate perché Georgescu era in testa nei sondaggi e con l’accusa – fin qui non dimostrata – di sospette “ingerenze russe” a suo favore.

Dal 2024 la Sosoaca è stata eletta al Parlamento Europeo, dove ha espresso duri giudizi anti-europei. Il 18 luglio 2024, era stata cacciata dall’aula durante il discorso inaugurale di Ursula von der Leyen per aver protestato indossando una museruola. Da tempo sostiene la RoExit, ossia l’uscita della Romania dall’UE.

La Corte Costituzionale rumena ha annullato anche la candidatura della Soroaca in quanto ha ritenuto che il suo “discorso pubblico, inclusa l’opposizione all’adesione della Romania all’Unione Europea e alla NATO, la rendeva inadatta a rispettare gli obblighi costituzionali della presidenza”. Come si vede, a prescindere dall’identità politica generale (di destra, centro o di sinistra) la subordinazione alla UE è diventato un pre-requisito per poter partecipare alla direzione del Paese…

Nel caso della Șosoaca, in un documento del 15 marzo, l’Ufficio elettorale centrale fa riferimento vincolante agli articoli 148 e 149 della Costituzione rumena (ossia gli articoli sull’adesione della Romania alla Ue e alla Nato), e scrive “con riferimento ai valori della democrazia, dello Stato di diritto, del rispetto della Costituzione correlati alla garanzia politico-militare degli stessi, ovvero l’appartenenza della Romania all’UE e alla NATO“.

La leader di SOS Romania aveva a disposizione 48 ore di tempo per depositare un ricorso, ma anche questo ricorso – come quello presentato a suo tempo da Georgescu – è stato respinto.

Nel ricorso, i legali della Șoșoacă hanno accusato l’Autorità elettorale permanente di non avere in carica un presidentee dunque di non poter prendere decisioni – ed ha accusato l’Ufficio elettorale di abuso di potere e di “aver generato un ragionamento giuridico soggettivo, apparentemente valido, al fine di sostenere una certa soluzione di eliminazione di un candidato dalla corsa elettorale, senza alcuna decisione che condannasse il candidato interferendo con il suo diritto di essere eletto”. 

La Sosoaca ha scritto una lettera a Trump denunciando la sua esclusione e chiedendogli di non riconoscere il risultato elettorale in Romania.

Al momento l’unico candidato anti-Ue rimasto in pista è George Simion, leader dell’AUR (Alleanza per l’Unione dei Romeni), il principale candidato dopo Georgescu. Simion ha ottenuto la convalida della candidatura ma ha dovuto un po’ rettificare il tiro, affermando che “Il posto della Romania è in Europa” e che “l’adesione è stata essenziale per il nostro sviluppo”.

Dopo le esperienze dei brogli in Moldavia e del tentativo di rovesciamento dei risultati elettorali in Georgia, l’Unione Europea dimostra un approccio sulle elezioni niente affatto dissimile da quello delle tante criticate “autocrazie”. O vince il candidato “filoeuropeista” o le elezioni non vanno bene.

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2 Commenti


  • Vannini Andrea

    fuori dalla ue e dalla nato. prima che sia troppo tardi.


  • Sergio Binazzi

    sicuramente escludendo i potenziali dissidenti della UE la stessa UE ha tutte le carte per poter vincere le elezioni, anche un qualsiasi deficente arriva a queste conclusioni. è più che lecito dubitare sui metodi ” democratici ” di questa organizzazione criminale che ci governa, sicuramente hanno a che fare con un popolo ben inquadrato da loro stessi per poter proseguire su questa strada, bisogna avere le idee piuttosto confuse per partecipare a manifestazioni come quella indetta da serra & Co. siamo messi proprio bene.

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