Si è svolta a Pechino la quarta riunione ministeriale del Forum Cina-CELAC. La Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi riunisce oltre 30 paesi, e rappresenta in sostanza tutta l’America non anglosassone (anche se in alcuni paesi si parla inglese). Non sorprende perciò che tale vertice abbia attirato molta attenzione.
È stata un’occasione importante per verificare lo stato delle relazioni del Dragone con quello che, tradizionalmente, Washington considera il proprio ‘cortile di casa’. Un’idea contro cui si è scagliato il presidente brasiliano Lula, in questi giorni in Cina per una visita di stato, su invito dell’omologo cinese Xi Jinping.
La riunione è stata presieduta da Gustavo Petro, presidente della Colombia, che con l’occasione ha anche ufficializzato l’adesione alla Nuova Via della Seta. Per quanto l’Occidente si dimeni nel tentativo di mantenere una propria centralità nel mondo, il processo multipolare è ormai un dato di fatto con cui fare i conti.
Il presidente cinese ha aperto i lavori del Forum Cina-CELAC con un discorso in cui ha subito preso di petto la questione delle tariffe e delle politiche di Trump: “non ci sono vincitori in una guerra commerciale e dei dazi, e il protezionismo porta all’isolamento“. L’obiettivo, a suo avviso, deve essere invece quello di promuovere un “mondo aperto e multilaterale“.
Xi Jinping ha ricordato che l’interscambio commerciale tra il suo paese e quelli del CELAC ha superato i 500 miliardi di dollari lo scorso anno. Con i dazi statunitensi, un’altra sostanziosa porzione di merci sudamericane, in particolare i prodotti agricoli brasiliani, potrebbero trovare nei mercati cinesi uno sbocco sicuro.
Il presidente del Dragone ha invitato a “rafforzare i rapporti in una fase di confronto tra blocchi“. Per farlo, il politico cinese ha annunciato che il suo paese metterà a disposizione dei paesi latinoamericani delle linee di credito per un totale di 66 miliardi di yuan (circa 9,2 miliardi di dollari), per finanziare progetti di vario tipo, dalle infrastrutture alla crescita sostenibile.
Nel 2023 la Cina aveva già avviato 268 progetti infrastrutturali nella regione, firmando anche vari accordi commerciali e memorandum d’intesa. I nuovi fondi si inseriscono su questo solco, e di essi potrebbero avvantaggiarsi importanti progetti portuali, che aiuterebbe a migliorare la connessione tra i paesi del Forum.
Oltre al tema del commercio, Xi Jinping ha ricordato la cooperazione in campo satellitare, “un modello per la cooperazione Sud-Sud ad alta tecnologia“, così come le 38 missioni mediche inviate nei Caraibi dal 1993. Ma anche altri risultati raggiunti dalla collaborazione tra Cina e paesi CELAC sono stati sottolineati, a mostrare l’impegno per un ordine internazionale nuovo e non succube dell’Occidente.
Da una parte, il presidente cinese ha ringraziato per il sostegno alla politica di una sola Cina, dall’altra ha ricordato le 32 volte consecutive in cui Pechino ha votato all’ONU per far terminare l’embargo statunitense su Cuba. Inoltre, ha posto l’attenzione anche sull’approvazione ricevuta dal piano sino-brasiliano per una risoluzione politica del conflitto in Ucraina.
“Pratichiamo un vero multilateralismo – ha riassunto Xi Jinping – salvaguardiamo congiuntamente l’equità e la giustizia internazionali, promuoviamo la riforma del sistema di governance globale, la multipolarizzazione del mondo e la democratizzazione delle relazioni internazionali“. Per raggiungere tali obiettivi, il presidente cinese ha indicato cinque iniziative contro il protezionismo e l’unilateralismo.
L’invito di esponenti politici sudamericani per scambiare esperienze di governance; lo sviluppo e la salvaguardia delle catene di fornitura; dialogo culturale; cooperazione nell’ambito della sicurezza e della lotta alla criminalità, nonché nella promozione della pace e dell’America Latina e dei Caraibi come luogo privo di armi nucleari.
La quinta iniziativa riguarda la formazione: “la Cina fornirà agli Stati membri della CELAC 3.500 borse di studio governative, 10.000 opportunità di formazione in Cina, 500 borse di studio internazionali per insegnanti di lingua cinese, 300 opportunità di formazione per professionisti della riduzione della povertà e 1.000 tirocini finanziati attraverso il programma Chinese Bridge“.
Un impegno a tutto tondo per far crescere un mondo alternativo a quello imperialistico dell’Occidente.
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