E ora si complicano tutte le partite che si andavano giocando nell’Unione Europea. Le elezioni presidenziali polacche hanno avuto il risultato che Bruxelles proprio non voleva.
Il candidato conservatore Karol Nawrocki ha vinto il ballottaggio con il 50,89% dei voti (10.606.628), mentre il suo rivale – il sindaco di Varsavia, Rafał Trzaskowski, liberale considerato filo-Ue – ha ottenuto il 49,11% (10.237.177 voti). L’affluenza alle urne è stata del 71,63%.
Il risultato era stato incerto fino dai primi exit poll, fatti addirittura ad urne aperte, a conferma che il paese è spaccato in due.
Al primo turno lo scorso 18 maggio il sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski aveva ottenuto il 31,36% delle preferenze, mentre Karol Nawrocki si era fermato al 29,54%. Comunque molto vicini, sia pure a posizioni invertite.
Nawrocki, storico 42enne senza alcuna esperienza politica e nessuna tessera di partito, era il candidato dei conservatori di Diritto e Giustizia, che hanno governato la Polonia dal 2015 al 2023, anno in cui il potere è passato a una coalizione centrista guidata dall’attuale primo ministro Donald Tusk.
Nawrocki è attualmente a capo dell’Istituto della memoria nazionale, che raccoglie le narrazioni storiche nazionaliste e ha guidato gli sforzi per abbattere i monumenti all’Armata Rossa sovietica in Polonia. Difficile insomma dipingerlo come un “filo-russo”, come accade a tutti i candidati anche solo leggermente “euro-scettici”…
I suoi sostenitori lo descrivono come l’incarnazione dei valori tradizionali e patriottici ed era anche il candidato favorito di Donald Trump, con il gruppo conservatore CPAC che ha tenuto il suo primo incontro in Polonia lo scorso martedì per dargli una spinta.
Una lunga serie di pasticci e rapporti pericolosi comunque ne ha in qualche modo “problematizzato” l’immagine, senza però riuscire a far vincere il favorito della UE.
Il problema politico interno è che proseguirà per almeno altri due anni lo stallo politico che ha caratterizzato il quadro istituzionale polacco di recente, con la contrapposizione tra un presidente conservatore (Duda) e il “liberal-guerrafondaio” Donald Tusk (sempre presente alle riunioni dei “volenterosi” che spingono l’Ucraina a rifiutare qualsiasi trattativa.
Naturalmente il fatto che il nuovo presidente sia “fresco” di nomina indebolisce di fatto lo stesso Tusk, perché è fin troppo chiaro che il risultato elettorale è stato anche un mega-test sulla sua azione di governo.
Come si diceva, Nawrocki è solidamente anti-russo, ma un po’ meno entusiasta di Tusk sulla prospettiva di una guerra contro Mosca, tanto da non aver fatto di questo tema il centro della sua campagna elettorale.
E il fatto che gli unici punti in cui si è vista una differenza tra i due candidati siano stati i diritti civili – riconoscimento delle coppie omosessuali, diritto all’aborto, ecc – la dice lunga sia sull’oscurantismo ancora dominante nella società polacca, sia sull’irrilevanza economica delle “riforme liberali” che oramai “l’Europa” offre alle popolazioni.
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allora
comunque consiglio se il vincitore non piace di annullare democraticamente le elezioni e riprovarci