Menu

Cronache da Gaza /1. La voce di chi vive sotto le bombe di Israele

Una rubrica radiofonica ed un podcast per raccontare la tragedia in corso a Gaza attraverso la voce di un testimone diretto, che settimanalmente aggiornerà la cronaca dei fatti: è un nuovo progetto editoriale di Radio Città Aperta che Contropiano seguirà, puntata per puntata.

Conoscere i fatti che avvengono attraverso la testimonianza di chi li osserva e li vive quotidianamente è un valore aggiunto, nel processo di comprensione della pubblica opinione. Parlando di quel che avviene a Gaza da oltre un anno e mezzo, uno dei problemi principali che ci si trova ad affrontare è la difficoltà nel reperire informazioni non manipolate.

Il governo e l’esercito israeliano, infatti, dal primo giorno dell’avvio delle operazioni militari ha impedito l’accesso nella Striscia alla stampa internazionale, trasformando i giornalisti palestinesi in bersagli militari. Ad oggi ne sono morti oltre 230, più che in tutta la Seconda guerra mondiale.

La scarsità di informazioni attendibili e di testimonianze è uno degli strumenti che il governo israeliano utilizza per confondere – o quantomeno provare a farlo – le idee all’opinione pubblica mondiale. I numeri delle vittime civili pertanto diventano “eccessivi” e “strumentalizzati” se di fonte palestinese, i bombardamenti sugli ospedali o sui campi profughi sfumano in smentite e precisazioni, e le responsabilità svaporano, anche grazie alla complicità della stampa occidentale, che – tranne pochissime eccezioni – per lunghissimo tempo si è appiattita sulle veline israeliane, come sempre avviene.

Da circa un mese la situazione appare in leggero mutamento. Di Gaza e del genocidio in corso ne parla anche l’informazione “mainstream”, in Italia e all’estero. Ma non è sufficiente.

Quello che bisogna fare è dare voce a chi l’informazione la produce dall’interno di Gaza, rischiando quotidianamente la propria vita nel duplice ruolo di civile sotto assedio e di giornalista–bersaglio.

Ecco perché ogni occasione di dare voce a Gaza è preziosa ed irrinunciabile: Radio Città Aperta è riuscita a stabilire un contatto con un corrispondente gazawi, ed ogni settimana – al netto delle comprensibili enormi difficoltà di comunicazione con quei luoghi martoriati da bombe e missili – manderà in onda e pubblicherà cronaca ed aggiornamenti, che pubblicheremo qui su Contropiano.

Buona lettura.

*****

Cronache da Gaza /1

La prima domanda è riguardo te: come stai? Che situazione stai vivendo dal punto di vista della sicurezza? Parlami di te e della tua storia.

Ciao. All’inizio avevo deciso di rimanere anonimo. Ma ora credo di non dover più farlo, perché non ho più nulla da perdere e nulla da temere. Mi chiamo Amjad e ho 22 anni.

Qual è la situazione attuale? Al momento mi trovo nella zona centrale di Gaza, vicino all’area urbana. Non ci sono militari in avvicinamento o in marcia, direi. Ma la situazione non è facile, ci sono molti, bombardamenti in molti luoghi.

L’operazione militare attualmente in corso qui è aerea, fino ad ora. Forse potete sentire il rumore dei droni qui, ci sono molte attività e molti bombardamenti in corso. Negli ultimi due giorni ci sono stati molti bombardamenti proprio vicino a noi, molto vicino.

Sia ieri che questa notte c’è stato un bombardamento molto intenso vicino a noi. Era praticamente a un isolato di distanza da casa mia, il luogo in cui alloggio attualmente.

Per quanto riguarda la mia storia, ero uno studente, studiavo letteratura inglese e francese, ero un attivista per i diritti umani e facevo parte di un progetto teatrale qui a Gaza. Era in collaborazione con un gruppo italiano, avremmo dovuto essere in Italia l’11 ottobre 2023.

Purtroppo però è successo questo, è scoppiata la guerra e non sono potuto partire, anche se prima della guerra, circa due mesi prima, ero a Bruxelles con una borsa di studio per studiare all’ULB, l’Università Libera di Bruxelles: purtroppo non sono più riuscito a partire. Poi è successo questo folle evento.

Attualmente sto completando gli ultimi esami per finire l’università online. Spero di riuscire almeno a ottenere un’istruzione adeguata. Penso che proverò ad iscrivermi, ma non so se riuscirò a fare domanda alle università e, anche se lo facessi, non saprei come gestire l’evacuazione. Quindi al momento non ci penso, ma spero di poter ottenere una buona borsa di studio o di trovare una buona università che mi permetta di uscire da questa follia.

In che zona ti trovi adesso? Dove sei ora ci sono operazioni militari o bombardamenti? Ce ne sono stati negli ultimi giorni? Sai cosa potrebbe succedere – dal punto di vista della guerra – di qui a breve?

Il mio punto di vista sul futuro? La vera paura che stiamo affrontando in questo momento è quella di non sapere cosa succederà in futuro. Niente ha senso. Quindi fino ad ora stiamo aspettando. Non sappiamo cosa succederà.

Che tipo di follia? Quale piano militare verrà messo in atto? Ma per poter sentirci al sicuro, scegliamo di non credere che ci sia alcun cessate il fuoco. Perché non si vuole nutrire questo tipo di speranza. Perché poi, all’improvviso, questa speranza svanisce.

Speriamo che non accada nulla di simile ad un vero e proprio esodo forzato delle persone, perché sarebbe una follia. Spero che questo non accada. La cosa davvero terrificante, dal mio punto di vista, di questa guerra è che non ha alcun senso, dovrebbe finire. Credo che sia un conflitto diretto tra la parte israeliana e quella palestinese. Anche dal punto di vista militare e politico, questa guerra non dovrebbe continuare.

Non sono un politico, ma so ciò che sta accadendo in questo momento: è qualcosa che non ha senso. Si sta solo prolungando questa sofferenza, senza alcun obiettivo, senza alcun senso. L’obiettivo è uccidere tutti i palestinesi, tutte le persone che sono qui? È una questione cruciale, e non è nemmeno difficile immaginarlo, perché davvero potrebbero farlo.

Il problema è che, sì, la gente in tutto il mondo sta marciando e protestando contro i propri governi, ma purtroppo il potere è solo nelle mani dei governi. Ecco perché credo fermamente che al mondo non importi nulla di noi.

Com’è la situazione della popolazione civile dove ti trovi tu? C’è cibo a disposizione? Se manca, da quanto tempo è difficile trovarne? Dal punto di vista della sanità, che tipo di assistenza c’è? Ci sono ospedali o presidi sanitari che funzionano dove ti trovi ora? Le persone ferite, malate, anziane, i bambini hanno una qualche forma di assistenza?

Per quel che riguarda la situazione della popolazione civile, direi che c’è una grave carenza di aiuti umanitari, cibo, assistenza sanitaria, e vorrei aggiungere anche strutture sanitarie, luoghi dove le persone possano venir evacuate, luoghi dove condurre una vita normale e dignitosa.

Negli ultimi due giorni sono arrivati aiuti umanitari, ma stiamo parlando di 20 o 30 camion. Ogni camion poteva caricare al massimo 20 pallet di farina di grano. Non bastano, assolutamente.

Lasciatemi descrivere la fame, la fame estrema di un intero quartiere. Parlerò solo della zona in cui mi trovo adesso. Vi parlo in maniera chiara e del tutto onesta: anche a casa mia non abbiamo cibo adeguato, cibo, qualcosa con cui nutrirsi. Nemmeno acqua potabile.

Ospedali? Parliamo degli ospedali. Ieri, e anche l’altro giorno ero all’ospedale Al-Aqsa, che è l’ospedale principale di Dayr al-Balah, e che è carente di quasi tutto. Non ci sono kit igienici, non ci sono attrezzature mediche adeguate, è quasi impossibile fornire cure mediche adeguate. Quindi gli anziani, i feriti, i malati e anche i bambini vivono in condizioni disperate, non dignitose, difficili.

La gente sopravviverà, certo. Sopravviverà anche senza nulla, certo. Perché è nella nostra natura di esseri umani. Ma è giusto sopravvivere senza nulla? È giusto sopravvivere senza alcuna decenza o dignità?

Questo è il problema principale di cui sto parlando. E ovviamente potremmo anche non sopravvivere. Questo è altrettanto certo. Non tutti sopravviveranno, questo è certo. Mentre sto registrando queste parole, voglio dire alle persone che la ascolteranno: forse questa sarà l’ultima cosa che registrerò. Ecco perché penso che questa follia non abbia alcun senso.

Quali sono le cose più importanti, secondo te, che bisogna raccontare di quello che sta avvenendo a Gaza? Qui in Italia arrivano poche notizie, ed è importante che invece si conoscano più cose possibili, non solo sulla guerra ma anche sulla quotidianità delle persone, su quello che vivono tutti i giorni. Cosa è importante sapere, dal tuo punto di vista?

Cosa dovrebbero capire o sapere le persone in Italia su ciò che sta accadendo qui? Credo che le notizie possano solo raccontare, dire che si, ci sono dei massacri nei confronti di un gruppo di persone. Ma dovreste chiedervi: perché succede questo?

Lasciatemi fare un esempio. Immaginiamo che ci sia una persona che uccide, facciamo un esempio immaginario, una persona che ha una grande fattoria e in questa fattoria ci sono molti animali, di vario tipo. E ogni giorno questa persona filma il modo in cui uccide un animale al giorno: gli spara in testa, o lo brucia vivo. Tu lo fermeresti, o faresti qualcosa per combattere queste persone, anche se lui è il proprietario di questi animali? E magari lui potrebbe dire: “Ok, li uccido per mangiarli”, o bla bla bla.

Ma la verità è che li uccide in modo disumano. Li uccide nel modo più crudele, bruciandoli, macellandoli, sparando loro alla testa. Come ascoltatore, in questo momento, ti sto chiedendo: non risponderesti? O rimarresti in silenzio, senza fare nulla se dovessi vedere queste cose in televisione ogni giorno?

Quindi non ho bisogno di dirti cosa sta succedendo. Sai già cosa sta succedendo e lo vedi in televisione.

Credo che il problema principale sia questo. Se fossi al tuo posto, mi odierei davvero per non essere in grado di fare qualcosa. Credo che questo sia il problema principale di qualsiasi essere umano e di qualsiasi persona al di fuori di Gaza, in Italia o in qualsiasi altro posto del mondo, che sa tutto ciò che sta accadendo e non può fare nulla.

Credo che si senta davvero impotente. Davvero impotente. Che non può fare nulla di ciò che vorrebbe. Si sente davvero impotente. E questo è qualcosa che, credo, è davvero doloroso. Se qualcuno vuole fare qualcosa, e anche se fa tutto ciò che è in suo potere, con tutta la sua forza, non cambierà nulla.

Provo davvero compassione per chiunque viva questa sofferenza.

PER ASCOLTARE IL PODCAST: https://www.radiocittaperta.it/podcast/cronache-da-gaza-episodio-1/

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *