Da ormai sei mesi la vicenda della vendita da parte della CK Hutchinson, colosso portuale con sede a Hong Kong, delle suo quote dentro la Panama Ports Company (PCC), pari al 90% dell’intera società, a un consorzio guidato da Blackrock e dall’impero della famiglia Aponte continua a segnare le vicende della guerra commerciale di Washington contro Pechino.
Al centro della diatriba vi sono due porti, quello di Balboa e di Cristobal, ai due estremi del Canale e, per ora, anche sotto la gestione di CK Hutchinson. L’Antitrust cinese ha bloccato la vendita, e dopo tanto attendere, varie opinioni e persino un accordo militare tra Panama e Stati Uniti, alla fine lo scorso 31 luglio il governo locale ha fatto una mossa importante.
L’Ufficio del Revisore Generale di Panama ha presentato due ricorsi presso la Corte Suprema del Paese, con l’obiettivo di annullare il contratto con la CK Hutchinson. Questo era stato rinnovato per 25 anni nel corso del 2021, ma in maniera automatica, senza gara: ora si sostiene, dunque, che le concessioni non abbiano seguito le procedure legali previste.
Mentre sembra che, dunque, il paese centro-americano stia assecondando la linea dura di Donald Trump, allo stesso tempo il Financial Times fa sapere che, stando a persone informate sui fatti, la CK Hutchinson starebbe tentando di coinvolgere nell’affare anche un grande investitore cinese. Non vengono fatti nomi, ma subito viene da pensare alla COSCO.
Il gigante del Dragone, che è tra i principali competitors delle flotte di Aponte nel trasporto marittimo, potrebbe ricevere una quota in 41 dei porti che la società di Hong Kong si appresta a vendere, rimanendo fuori però dai due terminali accanto al Canale. Sarebbe, insomma, una sorta di compromesso per esaudire i desideri di Washington, e dare una compensazione a Pechino.
Si tratta di un’opzione per non confermata da nessuna parte in causa, e l’apertura dei ricorsi sembra indicare il fatto che ci sia contrarietà verso soluzioni che tentano di mantenere un equilibrio ormai rotto tra le due grandi potenze. Anche se alla fine le indiscrezioni riportare dal Financial Times dovessero concretizzarsi, è chiaro che la tendenza è verso lo scontro tra USA e Cina.
Le infrastrutture strategiche sono evidentemente uno dei settori in cui questo scontro sarà più duro. E intanto, anche un altro ricorso è stato presentato alla Corte Suprema di Panama: quello di 2.500 cittadini contrari alla costruzione di un nuovo bacino idrico. Un progetto chiamato Rio Indio, dal valore di 1,6 miliardi di dollari, che costringerebbe però molte persone a trasferirsi.
La volontà è quella di garantire il passaggio delle navi anche in situazioni di secca, oltre che fornire acqua potabile. Ma le popolazioni locali lo considerano un ricatto su cui non sono state ascoltate. Il gioco intorno al Canale si fa più intricato, ma è chiaro che le dinamiche internazionali continueranno ad alzare la tensione.
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