Poco prima di Ferragosto, è stata diffusa la notizia secondo cui Washington sta discutendo con Manila il dispiegamento di ulteriori sistemi missilistici nelle Filippine, per fronteggiare quello che viene definito il ‘pericolo’ cinese. Nel Mar Cinese Meridionale, dunque, continuano ad aumentare le tensioni provocate dalla militarizzazione statunitense dell’Indo-Pacifico.
È stato lo stesso ambasciatore filippino a Washington, José Manuel Romualdez, a rendere conto dei colloqui in corso, come riporta l’australiana ABC News. Durante la primavera del 2024, gli Stati Uniti avevano già deciso di stazionare in maniera permanente nel nord dell’arcipelago il sistema a medio raggio Typhon, lì portato in seguito ad alcune esercitazioni militari.
Le proteste cinesi non hanno poi impedito, lo scorso aprile, l’arrivo anche di un lanciamissili antinave nella provincia filippina di Batanes, a breve distanza dal confine marittimo con Taiwan. Oggi, c’è in discussione l’ulteriore dispiegamento dei sistemi missilistici antinave NMESIS, da posizionare lungo le zone costiere che si affacciano sul Mar Cinese Meridionale.
Romualdez, durante una conferenza sugli investimenti statunitensi nell’arcipelago seguita con la ministra degli Esteri Theresa Lazaro, ha messo in chiaro che tale possibilità si inserisce nella cornice di una solida partnership di difesa tra il suo paese e gli Stati Uniti, riporta Associated Press.
Ma il deputato ha sottolineato anche che l’incremento della presenza missilistica a stelle-e-strisce è parte di un allineamento strategico che riguarda tutti i campi della competizione globale. “Quando le aziende statunitensi investono qui – ha detto Romuáldez – non si tratta solo di ritorno sul capitale, ma di ritorno sull’alleanza“.
Il politico filippino ha poi aggiunto: “in un momento in cui l’America sta diversificando le catene di approvvigionamento e ripensando la strategia globale, siamo una scelta naturale e una necessità strategica“. Infine, ha concluso con un messaggio molto chiaro per l’amministrazione Trump: “ogni dollaro USA investito nelle Filippine rafforza la posizione dell’America nell’Indo-Pacifico“.
Una dichiarazione di posizionamento netta, che candida le Filippine a rafforzare il proprio ruolo di baluardo degli interessi di Washington in un’area che presenta crescenti tensioni. Solo qualche settimana fa, in una delle zone contese tra Manila e Pechino, alcune navi dei due paesi si erano scontrate, e subito dopo gli Stati Uniti avevano portato nell’area due vascelli da guerra.
L’ingerenza statunitense nella regione si fa sempre più ingombrante, con i missili equipaggiabili dal sistema Typhon che possono arrivare a colpire direttamente il territorio della Repubblica Popolare. Tutti gli appelli della Cina ad evitare un’escalation stanno cadendo nel vuoto, con l’Indo-Pacifico che si candida velocemente a essere il teatro di un conflitto dai risvolti preoccupanti.
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