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Sanzioni a Israele? Si dimette il ministro degli esteri olandese

Fare qualcosa per “pressare” Israele è complicato, specie per governi complici come quelli europei.

Uno dei rarissimi tentativi di superare il fossato delle parole inconcludenti è costato la poltrona al ministro del esteri olandese, Caspar Veldkamp, ma ha portato con sé una nuova crisi del governo Schoof  a due mesi dal voto (l’esecutivo era già dimissionario, in carica solo per gestire l’ordinaria amministrazione fino alle nuove elezioni).

Veldkamp si è dimesso per non essere riuscito a ottenere l’ok dell’esecutivo a ulteriori sanzioni contro Israele. Tra le sue proposte c’era l’imposizione di divieti di ingresso ai ministri israeliani di estrema destra, Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir, citando il loro ruolo nell’incitamento alla violenza dei coloni contro i palestinesi.

Discorsi che contengono esplicitamente la rivendicazione del genocidio in atto nonché la pulizia etnica integrale della Cisgiordania, la deportazione dei palestinesi e la consegna ai coloni delle terre.

Veldkamp, prima di dimettersi, aveva anche revocato tre permessi di esportazione per componenti di navi militari, mettendo in guardia dal «deterioramento delle condizioni» a Gaza e dal «rischio di un utilizzo finale indesiderato». Ovvero l’uso delle armi olandesi per massimizzare l’”efficacia” del genocidio.

Andandosene, Veldkamp ha dichiarato: “Vedo di non essere sufficientemente in grado di adottare misure aggiuntive significative per aumentare la pressione su Israele”.

Il ministro ha aggiunto che le misure da lui proposte sono state “discusse seriamente” ma hanno incontrato resistenze nelle successive riunioni di gabinetto. “Mi sento limitato nel tracciare la rotta che considero necessaria come ministro degli Esteri”. E quindi, al contrario di tanti ministri italici, se n’è andato. 

Nel giro di poche ore l’intero suo partito, il Nuovo Contratto Sociale (NSC), compresi altri quattro ministri, ha rassegnato le dimissioni.

I Paesi Bassi sono tra i 21 paesi che hanno firmato giovedì una dichiarazione congiunta in cui condannano l’approvazione da parte di Israele del progetto di insediamento in Cisgiordania che spaccherebbe in modo definitivo la continuità territoriale palestinese, nell’intento dichiarato di rendere impossibile fisicamente qualsiasi futuro Stato di Palestina.

Il governo olandese è formato da una colazione di centrodestra, molto simile a quella italiana, con all’interno anche il populista Geert Wilders, che però finge di essere “antifascista” solo perché si dichiara “filosemita” (ignorando che sono “semiti” anche gli arabi  e non solo).

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