Maradona a Napoli è simbolo di riscatto, personale e collettivo, nello sport ed oltre.
Maradona, come "ambasciatore" FIFA nel mondo non può contraddire il proprio impegno per i senza voce e per un calcio di passioni "pure" e non asservito alle ragion di Stato né succubo ripropositore della legge del più forte.
La Federazione Palestinese di Calcio attende la risposta della FIFA alla sua richiesta di non accettare più al proprio interno la Federazione Israeliana di Calcio (IFA), che in violazione dello stesso statuto FIFA ha tra i club ad essa aderenti squadre di sei illegali colonie.
La nostra richiesta a Maradona è di dar voce alla sacrosanta richiesta palestinese e rappresentarla ai vertici della FIFA, dando il segno tangibile del suo reale rinnovamento.
Comitato BDS Campania
Cartellino Rosso all’Apartheid Israeliana- Napoli
Caro Diego,
ben tornato a casa tua!
Sappiamo che il tuo tempo è prezioso e ci rivolgiamo a te sperando che tu non sia cambiato, con il tuo genio e la tua passione, con cui hai lottato contro la corrotta FIFA per venti anni.
Crediamo che tuo nuovo impegno nella FIFA di Gianni Infantino dipenda dal tentativo serio di riformarla profondamente e speriamo che tu voglia indirizzarlo ad avvicinarla al sentire dei popoli e all’impegno del rispetto dei loro diritti.
Lo sport è un mezzo di trasmissione di valori universali che non devono essere violati.
Avevi detto di te “sono il primo fan del popolo palestinese, lo rispetto e solidarizzo con lui. Sostengo la Palestina senza nessuna paura”.
I Palestinesi continuano a subire una feroce occupazione e colonizzazione (illegale) in tutta la Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, dove negli ultimi anni la violenta sottrazione delle terre, la demolizione delle case palestinesi e l’oppressione della popolazione nativa sono enormemente cresciute. Mentre Gaza è chiusa in un assedio che la soffoca e la lascia isolata senza acqua né luce, al freddo. Inoltre, la vita sportiva è impedita con distruzioni di infrastrutture e forti limitazioni al movimento di atleti e suppellettili sportive. I calciatori sono presi particolarmente di mira, non raramente feriti o imprigionati senza capo d’accusa. (1)
La FIFA aveva già in passato assunto l’impegno formale di promuovere l'etica nel calcio e di prevenire violenza e discriminazione. Invece, sono ancora presenti comportamenti discriminatori e razzisti da parte di club dell’IFA, ma né l’IFA né la FIFA li sanzionano.
Al 65° Congresso FIFA, il Presidente della Federazione Palestinese (PFA), Rajuob, aveva chiesto di sospendere l’IFA in base all’articolo 25-2.f degli Statuti FIFA. Infatti, nonostante che la questione fosse stata portata davanti alla FIFA stessa, permanevano restrizioni di movimento di calciatori ed allenatori, l’impossibilità per i due club di Gerusalemme Est di svolgere le proprie attività sportive e, soprattutto, sei squadre dell’IFA si alleano e giocano su illegali colonie israeliane, in violazione degli articoli dello Statuto FIFA numeri 10-1, 13-1/i e 17-1. (2)
L’ Associazione Palestinese del Calcio (PFA) ancora attende da Infantino una posizione coerente con lo Statuto FIFA sulle squadre degli insediamenti. L’ex Presidente Blatter si era rivolto all’ONU per avere certezza che le località di queste sei squadre fossero effettivamente territori palestinesi occupati da Israele. Le risposte sono state chiare: sono territori occupati e, recentemente, anche la Risoluzione 2234 lo ha riconfermato (né potrebbe essere diversamente secondo i principi e le norme del diritto internazionale). Anche il Presidente del Comitato FIFA di monitoraggio di Israele-Palestina, Tokyo Sexwale (uomo d’affari Sudafricano ed attivista antiapartheid) ha confermato che i problemi sono di natura politica. (3)
Human Right Watch, sessantasei deputati dell’Unione Europea e migliaia di firme on line si appellano alla FIFA perché obblighi l’IFA a trasferire su territorio israeliano i tornei delle colonie in Cisgiordania o sospenda l’IFA, così come da anni chiedono altre migliaia di firme on line. Ma il Presidente della Federazione Israeliana di Calcio (IFA), Ofer Eini, ha rifiutato di spostare le partite dagli insediamenti (illegali) sul territorio d’Israele. (4)
“L’IFA sta utilizzando lo sport per legittimare l’occupazione e la colonizzazione illegale. (…) Il Presidente Infantino deve decidere se la FIFA smetterà di sponsorizzare competizioni su terre che sono state illegalmente sottratte ai Palestinesi ” ha scritto Sari Bashi, la Direttrice di Human Right Watch per Palestina /Israele, ed ha anche aggiunto: “L’oppressione del calcio palestinese è una questione scottante per la FIFA, che trae profitti dalle competizioni e dalle sponsorizzazioni delle squadre dell’IFA. Mentre le squadre israeliane fioriscono, il calcio palestinese langue per carenza di risorse, di infrastrutture fatiscenti ed ingiuste restrizioni alla mobilità dei calciatori.” (5)
L’organo di governo mondiale del calcio non deve rendersi complice della strumentalizzazione del calcio per mantenere l’occupazione e la colonizzazione! La FIFA che ha aperto le porte al Pibe de oro non può farlo!
La FIFA non deve rendersi complice dell’oppressione che alimenta una crescente disuguaglianza tra le possibilità del calcio israeliano e quelle del calcio palestinese!
D’altra parte, esiste un precedente: il caso dell’esclusione da parte dell’UEFA delle squadre che giocano in Crimea e che dopo la sua annessione nel 2014 fanno parte della Federazione Russa. La PFA, infatti, se non avrà risposta dalla FIFA, si rivolgerà alla Corte di Arbitrato dello Sport.
Tu, Diego, hai dato voce e sorriso a chi non ne aveva, ci hai aiutati a riprendere fiducia in noi stessi e a riscattare attraverso il calcio la nostra immagine verso il Nord che ci guardava con disprezzo, continua a farlo anche per i Palestinesi!
Il prossimo 26 gennaio a Zurigo si riunirà il Comitato Esecutivo della FIFA, il 31 il Comitato Disciplinare. Attendiamo la risposta che attende il popolo palestinese, che ama il calcio e lo vive come strumento di autoaffermazione, di riconoscimento e di orgoglio.
Diego, ti chiediamo di esprimerti a favore dell’espulsione delle squadre che giocano sul terreno rubato ai Palestinesi e che impediscono loro una vita sportiva ed utilizzano i propri impianti sportivi in un regime di rigorosa apartheid, come è documentato per l’11 ottobre 2016 a Ma’ale Adumim, quando alla squadra di calcio palestinese dell’area è stato impedito l’accesso agli impianti della colonia: questi erano esclusivamente per coloni ebrei. (6)
Ti abbracciamo con tutto il nostro calore.
Napoli, 16 gennaio 2017
Comitato BDS Campania
Cartellino Rosso all’Apartheid Israeliana- Napoli
1) 29 luglio 2016 calcio rischia di saltare finale di campionato per divieto israeliano ai calciatori di Gaza di raggiungere Hebron per l’incontro: http://europe.newsweek.com/
1 agosto Olimpiadi sei atleti palestinesi senza abiti sportivi e senza bandiera:
2) https://www.theguardian.com/
3) https://www.middleeastmonitor.http://www.aljazeera.com/
6) http://worldsoccertalk.com/
Evento FB: Maradò, pienzace tu! https://www.facebook.com/
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