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Venezuela. Fake news e vere bombe USA contro una barca di pescatori

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha pubblicato un video con immagini false di quello che viene presentato contro il secondo attacco contro un presunto obiettivo “narcoterrorista”, una mistificazione utilizzata per minacciare il Venezuela.

Nel video si vede una piccola barca, di quelle comunemente utilizzate per la pesca artigianale, contrassegnata come bersaglio di un’arma. La barca viene poi colpita da un proiettile a lunga distanza e brucia. Non è mostrato il combattimento che, secondo quanto affermato da Trump, si è svolto tra l’equipaggio della barca e la Marina degli Stati Uniti.
Allo stesso modo, come già accaduto lo scorso 2 settembre in un’operazione simile, non ha specificato dove si è verificata l’esplosione della barca o quale sia stata la procedura utilizzata per determinare chi trasportava droga, la provenienza della nave, la nazionalità degli occupanti o la loro appartenenza a un determinato cartello di narcotrafficanti.

Gli attacchi terroristici statunitensi nei confronti dei pescatori venezuelani continuano. Infatti, il fine settimana, un peschereccio venezuelano è stato intercettato da un cacciatorpediniere statunitense nelle acque della zona economica esclusiva del paese caraibico. I membri dell’equipaggio sono rimasti detenuti per più di otto ore, il che ha provocato la condanna unanime da parte di Caracas, che ha definito l’evento un “assalto illegale”.

Domenica, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è stato consultato sulla possibilità di ordinare attacchi al territorio continentale del Venezuela, con il pretesto della presunta lotta antidroga: “Vediamo cosa succede”, ha risposto.
Lunedì, il governo cinese ha ritenuto che le azioni degli Stati Uniti nei Caraibi “minacciano la pace e la sicurezza regionale, hanno gravemente violato la sovranità, la sicurezza e i diritti legittimi di altri paesi e hanno violato il diritto internazionale”.
L’amministrazione Trump ha alzato il suo tono bellicoso contro Caracas dallo scorso agosto, quando i media internazionali hanno annunciato un dispiegamento militare statunitense nei Caraibi meridionali per, presumibilmente, affrontare i cartelli della droga.

Per Caracas, la vera intenzione di Washington con queste manovre è quella di forzare un cambiamento politico in Venezuela, che permetta al governo degli Stati Uniti di impadronirsi delle risorse naturali del paese sudamericano. ( Fonte: Andrea Puccio RT)

Donald Trump ha annunciato attraverso la sua piattaforma Truth Social che, “sotto i suoi ordini”, le forze militari statunitensi hanno effettuato un “secondo attacco” nel Mar dei Caraibi.

Secondo la sua dichiarazione, l’obiettivo era un gruppo di “narcoterroristi venezuelani confermati”, in una narrazione che cerca di presentare il Venezuela come la presunta fonte del traffico di droga, nonostante il fatto che le Nazioni Unite, l’Unione Europea e la stessa Drug Enforcement Administration (DEA) considerino la nazione sudamericana libera dalla produzione e dal transito di droga.

Nella versione di Trump, la nave si trovava in acque internazionali e trasportava droga illegale quando è stata colpita. Trump ha affermato che l’operazione ha causato la morte di quelli che ha liquidato senza fondamento come “terroristi”. Questo annuncio fa seguito a un primo attacco precedentemente segnalato, inquadrandolo come parte di una campagna per giustificare un ampio dispiegamento militare nel Mar dei Caraibi, con l’obiettivo di avanzare verso il Venezuela.

Da parte sua, il presidente venezuelano Nicolás Maduro non solo ha negato categoricamente la versione dei fatti di Trump, ma ha anche chiesto un’indagine sul video utilizzato come prova per giustificare l’azione militare iniziale in cui, secondo quanto riferito, sarebbero morte 11 persone.

Maduro ha chiesto al presidente degli Stati Uniti di ordinare un’indagine di alto livello per chiarire l’origine di quello che ha definito “materiale falso”. Ed ha sottolineato la gravità dell’uso da parte di Trump di cifre sulle vittime, come undici morti, che, a suo dire, “nessuna agenzia statunitense ha confermato ufficialmente”, al di là delle sue dichiarazioni sui social media.

È stato molto grave che gli abbiano messo in bocca dichiarazioni che nessuna agenzia degli Stati Uniti ha confermato”, ha avvertito Maduro, indicando l’incidente come un “grave precedente di manipolazione mediatica e politica”. Il leader venezuelano ha sostenuto che la diffusione di questo video aveva un obiettivo chiaro: collegare falsamente il Venezuela al narcotraffico, dipingerlo come un narco-stato e creare così un pretesto per giustificare un’aggressione militare volta a un cambio di governo. ” Non si può giocare con le vite, con la verità o con l’immagine di un Paese “, ha sottolineato.

Maduro ha anche sostenuto che l’episodio viene presentato come la punta di diamante di una guerra mediatica e psicologica orchestrata da Washington. Ha avvertito che non si tratta di un incidente isolato, ma piuttosto di una tattica per alimentare una narrazione di caos e violenza in Venezuela, aprendo la strada a futuri interventi.

La nuova provocazione messa in scena da Donald Trump con un video artefatto che pretenderebbe di dimostrare un attacco contro presunti ‘narcoterroristi venezuelani’ – ha commentato il prof. Luciano Vasapollo che monitora da vicino gli avvenimenti in Venezuela – conferma quanto da anni denunciamo: la guerra contro il Venezuela non è solo economica e diplomatica, ma anche psicologica e mediatica. Si costruiscono immagini false, si manipolano numeri e si inventano vittime con l’obiettivo di criminalizzare un Paese che ha scelto un cammino di indipendenza e sovranità”.

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