Menu

Caso Kirk: con Tyler Robinson nel black mirror del nichilismo stragista

Sì, bisognerà attendere per mettere a fuoco più precisamente la figura di Tyler Robinson.

Intanto però le enigmatiche frasi iscritte sui proiettili dall’assassino, base di tante affrettate esegesi, mettono lo sparatore di fatto in compagnia di altri esecutori di recenti atti di violenza armata.

Per esempio Robin Westman, di 23 anni, che lo scorso 27 agosto ha ucciso due studenti della scuola cattolica dell’Annunciazione a Minneapolis, ferendo altre 21 persone. Anche in quel caso sono ste ritrovate frasi scritte sui fucili ed i caricatori usati dall’assassino (“Kill Donald Trump”; “6 milioni non sono bastati”).

In tempo di trend social questa abitudine di trasformare la armi nell’equivalente di tweet letteralmente letali, sta cominciando ad emergere come una moda, specie in sparatori adolescenti o poco più, persone nate dopo l’11 settembre e cresciuti nell’età dell’autoespressione compulsiva.

Comincia inoltre ad essere documentata l’appartenenza di molti ragazzi-assassini a specifiche community online che aggregano aspiranti stragisti, spesso giovanissimi – e ora sempre più spesso di entrambi i sessi. Sempre più spesso in concomitanza di sparatorie vengono caricati manifesti o video deliranti degli autori ed il macabro content è oggetto di “sharing” in gruppi virtuali che rammentano le community dei video giochi massively online in cui messaggi reciprochi vengono amplificati e condivisi su canali transnazionali.

Ad esempio Natalie Samantha Rupnow, la quindicenne che nel dicembre del 2024 ha ammazzato 3 compagni ferendone altri sei, alla Abundant Life Christian School di Madison, Wisconsin, apparteneva ad un gruppo Telegram dove postava anche Arda Küçükyetim, diciottenne, che nell’agosto del 2024 aveva trasmesso in live streaming gli accoltellamenti di cinque persone che aveva compiuto in una moschea turca.

L’area di riferimento ideologica di Küçükyetim era il neonazismo ed un manifesto pubblicato online includeva meme “Groyper” e riferimenti alla Atomwaffen Division. Quella formazione nazista internazionale è a sua volta collegata a Terrorgram, una rete più ampia che collega ed incita atti di terrorismo a sfondo suprematista, favorendo l’”auto-radicalizzazione” di stragisti. All’incrocio di disagio, dissociazione e la marea di armi da fuco in cui annaspano gli USA.

Scoprendo anche di poco questo mondo si attraversa uno specchio scuro e si entra in un sottosopra nichilista e accelerazionista (un movente generale sembra essere il generare caos). Ci sono reti come l’Active Club Network, che fungono da aggregatori per fanatici su uno spettro che va dal nazismo esoterico al satanismo – e in cui la supremazia della razza bianca funge comunque da generico collante violenze spesso gratuite.

Quando ci sono, i pur confusi riferimenti ideologici rendono più apparentemente decifrabili dei “moventi”. Più costernanti, in questa galassia oscura, sono invece i molti casi di puro nichilismo come quello che apparentemente ispira i partecipanti alla True Crime Community che dalla strage di Columbine in poi collega fan, spesso giovanissimi, della violenza di massa fungendo da incubatore per giovani assassini

Queste community che aggregano ragazzi accomunati da emarginazione e alienazione hanno le caratteristiche dei Fandom – le sottoculture autoreferenziali che condividono interessi comuni in un qualche fenomeno culturale (un idolo, un film…).

Prima di andare alla Abundant Life e togliere la vita ad una compagna ed una supplente, Natalie Rupnow ha condiviso su Telegram una foto in cui indossava una maglia che era una replica di quella indossata anni prima da Eric Harris, uno dei killer autore della strage di Columbine – omaggio ad un idolo come fosse un personaggio preferito di Comicon. In questo mondo le stragi hanno il merchandising.

La canonizzazione degli stragisti è una funzione primaria di Terrorgram dove viene omaggiato un vero panteon di “santi” fra cui Brenton Tarrant (strage di Christchurch), Anders Breivik (Utøya), Timothy McVeigh (Oklahoma) e Dylann Roof (South Carolina), ammirati come martiri della razza bianca.

Non vi sono indizi che leghino Robinson a Terrorgram o TCC, ma sono ben documentati suoi messaggi su Discord, piattaforma popolare con gamers sulla quale i forum sono caratterizzati dalle stese comunità con forti pregiudizi di conferma e con linguaggi interni improntati agli “inside joke” e lo shitposting ironico usato per trollare avversari antagonisti o comunque e i non-appartenenti.

Esattamente lo stile che caratterizza i post di Robinson ed i messaggi scritti sui suoi proiettili, un codice pieno di doppi sensi, i cui riferimenti sono sempre molteplici o, come nel caso di “Bella Ciao”, rimossi di molti gradi di separazione dal conteso originale.

Tutti elementi che dovrebbero essere valutati da indagini, che invece sono destinate a svolgersi sotto il pesante sospetto di parzialità, dato che sono in mano ad un nuovo FBI decimato da Trump che lo ha messo in mano a podcaster che all’incompetenza sommano la faziosità. La narrazione imposta dall’alto è in ogni caso già stata ordinata ed è strumentale al vittimismo, la demonizzazione degli avversari e, con ogni probabilità, una violenta reazione.

 * da Facebook. Nella foto Natalie Rupnow, stragista della scuola Abundant Life in Wisonsin, con il selfie che ha condiviso “in omaggio” a Columbine.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *