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Gaza. Accordo nella notte tra Hamas e Israele

Nella notte sarebbe stato raggiunto un primo accordo tra Hamas e Israele relativo alla liberazione degli ostaggi israeliani a Gaza, la scarcerazione di 2000 prigionieri palestinesi, il ritiro parziale dell’esercito israeliano dalla Striscia, l’ingresso di aiuti umanitari e, soprattutto, l’inizio della tregua dopo due anni di violenti attacchi israeliani che hanno distrutto in gran parte Gaza e ucciso almeno 67mila palestinesi.

Ma a Gaza, nonostante le voci sulla tregua, Middle East Eye riporta che anche oggi ci sono stati pesanti attacchi aerei e bombardamenti di artiglieria segnalati a Gaza City e Khan Younis durante la notte.

I quadricotteri israeliani hanno anche sganciato bombe sui civili a Gaza City. Almeno una palestinese è stata ucciso negli attacchi. I nuovi attacchi sono arrivati dopo che i mediatori statunitensi, qatarioti ed egiziani hanno annunciato questa mattina che era stato raggiunto un accordo tra Israele e Hamas per porre fine alla guerra.

L’annuncio dell’accordo è stato dato nella notte dallo stesso Trump: “Sono molto orgoglioso di annunciare che Israele e Hamas hanno entrambi sottoscritto la prima fase del nostro piano di pace. Ciò significa che tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una pace forte, duratura”, ha scritto su Truth.

L’intesa è stata poi confermata da Hamas e da Netanyahu. Trump potrebbe arrivare in Medio oriente a suggellare l’accordo, secondo alcune fonti il giorno potrebbe essere domenica prossima.

I punti principali dell’accordo:

1) L’accordo sarà firmato giovedì entro le 12:00 ora locale; Netanyahu convocherà oggi il governo per approvarlo.

2) I 20 ostaggi vivi saranno rilasciati tutti entro lunedì; da quel momento in poi, i corpi di quelli deceduti saranno consegnati gradualmente.

3) L’esercito israeliano controllerà il 53% di Gaza finché non sarà liberato l’ultimo ostaggio; successivamente si ritirerà nella zona cuscinetto.

4) Circa 2.000 prigionieri politici palestinesi saranno rilasciati; Israele non libererà quelli che hanno preso parte all’attacco del 7 ottobre .

Il leader di Hamas Mohammed Nazzal ha dichiarato alla TV Al-Arabiya che l’accordo raggiunto rappresenta la prima fase del piano americano. Il movimento islamico ha espresso il suo profondo apprezzamento per gli sforzi dei mediatori in Qatar, Egitto e Turchia e anche “gli sforzi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per giungere alla fine definitiva della guerra e al completo ritiro dell’occupazione dalla Striscia di Gaza”. 

Hamas ha inoltre invitato il presidente Trump, gli Stati garanti dell’accordo e varie parti arabe, islamiche e internazionali a costringere Israele a dare piena attuazione ai requisiti dell’accordo e a non consentirgli di eludere o ritardare l’attuazione di quanto concordato.

È stato concordato di consentire l’ingresso immediato di rifornimenti umanitari attraverso cinque valichi, tra cui quello di Rafah che secondo, fonti egiziane, sarà aperto in entrambe le direzioni durante la prossima fase. Il Cairo aggiunge che è stato raggiunto un accordo per consentire l’ingresso di 400 camion di aiuti umanitari a Gaza ogni giorno durante i primi cinque giorni dopo il cessate il fuoco.

I colloqui per un accordo di fine guerra totale e per la seconda fase avranno inizio subito dopo la fine delle festività ebraiche (Semichat HaTorah) la prossima settimana.

Fonti israeliane citate dal quotidiano Haaretz riportano che la mappa al centro dell’accordo è stata rivista e “le truppe lascerebbero le città più grandi, rimarrebbero solo a Rafah” ossia l’unico valico da Gaza non israeliano, Hamas insiste invece per il ritiro totale.

Ancora da risolvere il disaccordo sui prigionieri palestinesi da liberare. Hamas ha presentato la sua lista, i negoziatori israeliani del Mossad e dello Shin Bet la loro. I palestinesi vogliono ottenere il rilascio di Marwan Barghouti e Ahmad Saadat, due dei leader più importanti della seconda Intifada. Hamas chiede anche la restituzione dei cadaveri dei leader di Hamas Yahya Sinwar e del fratello Mohammed che sono stati trafugati in Israele.

Infine il movimento palestinese rinuncerebbe agli armamenti più pesanti ma manterrebbe le armi leggere per “uso interno”.

Secondo quanto riferisce il quotidiano yemenita Al Thawrah, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (PFLP) ha rilasciato una dichiarazione in cui definisce “nazionalmente responsabile” la risposta di Hamas all’accordo di cessate il fuoco e sottolinea che questa intesa rappresenta “un passo che apre la strada alla fine dell’aggressione israeliana contro Gaza.”

Nel comunicato, il Fronte Popolare invita a proseguire la mobilitazione mondiale per garantire che l’accordo venga applicato integralmente e non venga sabotato in nessuna delle sue fasi, “fino al raggiungimento dei diritti nazionali legittimi del popolo palestinese.”

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2 Commenti


  • Edward

    Se è vero che sino alla firma dell’accordo, IDF continuerà a bombardare e ad ammazzare civili palestinesi,come sta facendo in queste ore,secondo varie testimonianze,questo dimostra
    inequivocabilmente il Cinismo del sionismo : facciamone fuori ancora un po’ fino alla data del cessate il fuoco.Ma come fidarsi di questi criminali ? Alla prima occasione ricominceranno ad uccidere,senza problemi .


    • Redazione Contropiano

      Del resto questo è il settimo accordo firmato da Israele e Hamas. Gli altri sei li ha sempre infranti Tel Aviv…

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