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Lunedi a Sharm el Sheik la firma della tregua a Gaza. Ma la pace va ancora definita

Il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, e il segretario di Stato statunitense, Marco Rubio, hanno concordato i preparativi per il vertice che si terrà a Sharm el Sheikh lunedi. su Gaza, organizzato dal presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi.

Il vertice di Sharm el Sheikh sarà co-presieduto da Al Sisi e da Trump. “Il vertice mira a porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, rafforzare gli sforzi per raggiungere pace e stabilità in Medio Oriente e aprire un nuovo capitolo di sicurezza e stabilità regionale”, si legge nella nota diffusa dalla presidenza egiziana.

Secondo fonti informate del sito d’informazione statunitense “Axios”, Al Sisi avrebbe già contattato diversi leader europei e arabi con inviti per il summit, tra cui i rappresentanti di: Italia, Germania, Francia, Regno Unito, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Turchia, Arabia Saudita, Pakistan, Indonesia… e Iran. 

Secondo Axios infatti, al Summit di Sharm el Sheikh sarebbe stato invitato anche il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian. Non ci saranno invece Israele e le organizzazioni palestinesi (né Hamas né Anp).

Una lunga lista di invitati che ridimensiona pesantemente gli annunci della premier italiana Giorgia Meloni che aveva fatto credere di essere una invitata speciale ed esclusiva al vertice.

Nella cittadina costiera egiziana lunedi si terrà la cerimonia di firma dell’accordo di tregua tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza. Si tratta dei primi cinque punti approvati sia da Hamas che da Israele sullo scambio di prigionieri, ritiro truppe israeliane e sblocco degli aiuti umanitari.

Sul resto dell’accordo invece c’è ancora moltissima incertezza.

Circola un documento sulla composizione e il ruolo della cosiddetta Autorità di Transizione per Gaza che si vorrebbe affidare a Tony Blair (ma tutti i palestinesi hanno già messo il veto su questo personaggio)

Il piano per l’Autorità Transitoria Internazionale di Gaza (Gita) rivela una gerarchia in cui un consiglio internazionale di miliardari e uomini d’affari siede in cima, mentre gli amministratori palestinesi “neutrali” altamente controllati sono in basso.

L’Autorità lavorerebbe a stretto contatto con Israele, Egitto e Stati Uniti secondo fonti israeliane citate da Haaretz, ha il sostegno della Casa Bianca. Secondo la bozza, la Gita sarà gestita da un consiglio internazionale che avrà “la suprema autorità politica e legale per Gaza durante il periodo di transizione”.

Ci sono quattro nomi menzionati nel documento come potenziali candidati per questo consiglio. Nessuno di loro è palestinese.

Una è Sigrid Kaag, coordinatrice speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente.

Gli altri sono indicati come “figure internazionali di spicco con competenze esecutive e finanziarie”.

Si tratta di Marc Rowan, un miliardario che possiede una delle più grandi società di private equity americane, di Naguib Sawiris, un miliardario egiziano nel settore delle telecomunicazioni e della tecnologia, e di Aryeh Lightstone, amministratore delegato dell’Abraham Accords Peace Institute.

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1 Commento


  • Leonardo

    Hanno creato un deserto e lo vogliono chiamare Pace, appuntandosi medaglie sul petto. Puro “1984”.

    Eppure il popolo palestinese vuole restare sulla sua Terra, anche se non ne è rimasto quasi nulla.
    Non toglieranno il disturbo, non si disperderanno come pula al vento.

    Se i Potenti della Terra (ammucchiati in discesa a difesa della loro celebrazione) vorranno il loro Gaza Resort, dovranno completare il genocidio.

    Distruggere il principio di realtà (lo sport preferito a queste latitudini da decenni) comporta prima o poi la distruzione di chi la abita, quod erat demonstrandum. Fuori e dentro il Giardino delle Delizie.

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