Nuove proteste di piazza in Bulgaria contro il governo, accusato di corruzione ma anche per misure antipopolari di austerity dovute alla prossima entrata del paese nell’Eurozona, una decisione che è stata già rinviata due volte.
Circa cinquantamila persone si sono concentrate in piazza ‘Indipendenza’ a Sofia. Sulla piazza si affacciano i palazzi del parlamento, del governo e della presidenza.
“Questa volta non ci fregano” recitano alcuni cartelli dei dimostranti. Gli studenti che si sono riversati in piazza con un corteo partito dall’Università della capitale scandivano “Siamo contro la sfacciataggine dei governanti”, “Vogliamo un futuro degno, vogliamo rimanere in Bulgaria!”. Proteste popolari si sono registrate anche in altre grandi città come Plovdiv, Varna e Burgas.
La gente scandiva slogan per le dimissioni del governo ma anche contro il continuo rincaro dei generi alimentari e contro l’inflazione alla vigilia dell’ingresso della Bulgaria nella zona dell’euro il primo gennaio.
Le proteste si sono svolte sotto lo slogan “Dimissioni, Peevski e Borissov fuori dal potere!”. L’attuale governo è guidato guidato da Rossen Zhelyazkov, esponente del partito conservatore e filo europeista Gerb, in coalizione con i socialisti (Bsp) e con il partito populista ‘C’è un popolo come questo’ (Itn). Ma la coalizione non dispone di una maggioranza in parlamento e deve fare affidamento sul sostegno esterno del partito ‘Movimento per diritti e libertà – Nuovo inizio’ (Dps-Nn), uno dei due partiti della minoranza turca in parlamento.
Il leader storico del Gerb è Boyko Borissov, ex premier accusato dai bulgari di abuso di potere e nepotismo, il quale oggi ha dichiarato che l’attuale governo è stato formato esclusivamente per far entrare la Bulgaria nella zona dell’euro a partire dal primo gennaio prossimo. I deputati dovrebbero votare una mozione di sfiducia contro il governo di Zhelyazkov presentata dal partito liberale ‘Continuiamo il cambiamento’.
Il governo si è insediato all’inizio dell’anno dopo quattro anni di crisi politica caratterizzata da esecutivi fragili, per lo più tecnici, data l’impossibilità dei maggiori partiti di accordarsi tra di loro.
Il nuovo primo ministro è Rosen Zhelyazkov, che tra il 2023 e il 2024 era stato presidente del parlamento e in precedenza ministro dei Trasporti. Giovedì ha detto che la priorità del suo governo sarà l’adozione dell’euro, che era già stata rinviata due volte per l’impossibilità del paese di raggiungere gli standard sull’inflazione richiesti dall’Unione Europea, di cui fa parte dal 2007.
Zhelyazkov fa parte del partito di centrodestra Cittadini per lo sviluppo europeo della Bulgaria (GERB) che era arrivato primo alle elezioni di ottobre. Oltre a GERB la strana coalizione di governo include i Socialisti (BSP), ritenuto filorusso e i nazionalisti di C’è un popolo come Questo (ITN).
In passato i Socialisti e ITN sono già stati alleati, mentre è del tutto inedito che abbiano accettato di governare in coalizione con il partito filo-Ue GERB. Anche insieme i tre partiti non hanno però la maggioranza: ci sono arrivati grazie all’appoggio esterno del Movimento per i diritti e le libertà (DPS), che rappresenta la minoranza turca del paese.
Le elezioni politiche del 2024 avevano visto, ancora una volta, la vittoria del partito europeista Cittadini perlo Sviluppo Europeo della Bulgaria (Gerb), seguito da altri due partiti. Il Movimento per i Diritti e le Libertà (della minoranza turca) e l’europeista Continuiamo il Cambiamento-Bulgaria Democratica.
Dalle elezioni era emerso anche il consolidamento del partito nazionalista, ritenuto filo-russo, “Rinascita” giunto quarto con 38 seggi, mentre il Partito Socialista Bulgaro ha ottenuto solo 19 seggi ed era cresciuto il partito populista “C’è un Popolo come Questo” con 16 seggi. Questi ultimi due partiti hanno accettato di entrare al governo in coalizione con il Gerb,
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa