Prosegue, per il secondo giorno consecutivo, lo sciopero della fame avviato da un gruppo di immigrati tunisini alla stazione di Ventimiglia. «Permesso umanitario per fare cosa?», è lo slogan della protesta con cui i migranti chiedono che il permesso di soggiorno umanitario consenta loro di muoversi nell’area Schengen senza tutte le restrizioni imposte dalla Francia. La protesta è sostenuta da alcuni comitati antirazzisti italiani e francesi, che hanno portato ai migranti bevande calde, acqua e succhi di frutta. Una quarantina di tunisini, sempre per protesta, non ha voluto trascorrere la notte al centro di accoglienza, rimanendo nella stazione ferroviaria.
La Confcommercio locale prosegue intanto la raccolta di firme proprio per far chiudere il centro di accoglienza degli immigrati, sistemato all’interno dell’ex caserma dei Vigili del Fuoco. I commercianti, nella loro raccolta, chiedono anche l’allontanamento degli immigrati dalla città di confine. I commercianti hanno l’appoggio del sindaco del PdL Scullino che nei giorni scorsi aveva detto che i turisti, ma soprattutto i clienti francesi – da sempre il volano dell’economia cittadina – hanno fatto registrare un calo di almeno del 40 per cento, a Ventimiglia, durante il recente ponte di Pasqua, per colpa dell’emergenza immigrati e della ‘cattiva’ pubblicita’ sulle testate nazionali e locali italiane e francesi, che da mesi ormai parlano di una citta’ blindata o sotto assedio. Nei giorni scorsi gli attivisti antirazzisti avevano duramente contestato le posizioni della Confcommercio e del sindaco, soprattutto in occasione della manifestazione del 17 aprile scorso quando Ventimiglia era stata osta sotto un vero e proprio stato d’assedio in occasione della manifestazione organizzata dalle rete sociali antirazziste.
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