Povera, Camusso! Non gliene va bene una. Nonostante stia facendo proprio di tutto per far capire che lei sta cercando di appecoronare la Cgil così come è accaduto con Cil e UIl, lla prendono a schiaffi in faccia un giorno sì e laltro pure.Prima la Marcegaglia, insieme a Bonanni e ANgeletti, le ha spiegato che della sua proposta di “nuovo modello contrattuale” non sanno che farsene, perché ne hanno firmato uno peggiore – per i lavoratori – due anni fa e non intendono rinunciare a nulla solo per farle un favore. Ora arriva Brunetta, che dall’alto della sua poltrona ha deciso che stop, la pubblica amministrazione non “concerterà” più nulla con i sindacati. Si limietrà a “informarli”. Se non gli piace quel che è stato deciso, fatti loro.
La denuncia di questa svolta arriva proprio dalla Cgil, che impugna il decreto correttivo e interpretativo della riforma Brunetta, presentato nei giorni scorsi al Senato, per sottolineare come tutte le norme della riforma siano «immediatamente applicabili» sin dalla sua entrata in vigore (novembre 2009) comprese quelle sui poteri delle amministrazioni pubbliche che «sostituiscono alla vecchia concertazione dei provvedimenti organizzatori la mera informazione dei sindacati». Nei fatti, quindi, il decreto stabilisce che sull’organizzazione delle singole amministrazioni (orari, modalità di lavoro ecc) e su tutti gli aspetti del rapporto di lavoro regolati dalla contrattazione nazionale e integrativa non sarà più necessario coinvolgere le organizzazioni dei lavoratori ma basterà solo informarle.
Non tarda ad arrivare la risposta del ministro: «la Cgil si rassegni, datore di lavoro e sindacati torneranno a svolgere ciascuno il suo ruolo, esattamente come succede in tutto il mondo», si legge in una nota, in cui il Ministero della Pubblica amministrazione precisa che «il decreto correttivo non serve a contrastare alcuna sentenza, bensì a sanare alcune incertezze interpretative insorte nella giurisprudenza circa l’entrata in vigore della norma, laddove alcune pronunce (peraltro ancora solo in primo grado) hanno concluso per l’immediata applicabilità della disposizione, mentre altre propendono per l’applicabilità della stessa solo a partire dalla nuova tornata contrattuale».
La Cgil evidenzia infatti che il decreto correttivo si è reso necessario a fronte dei disordini organizzativi nelle amministrazioni pubbliche «dovuti a divergenze interpretative sui criteri di diritto intertemporale che hanno alimentato un diffuso contenzioso e conflitti tra parti sociali e pubbliche amministrazioni e tra pubbliche amministrazioni e personale dalle stesse dipendente». Per questo motivo, il sindacato ritiene che il testo abbia «l’unico obiettivo di bloccare le numerose sentenze della magistratura contro la riforma e il suo attacco ai contratti già firmati, tentando di annullare qualsiasi ruolo delle organizzazioni sindacali nella contrattazione dell’organizzazione del lavoro addirittura con ‘effetto retroattivò. È un atto grave, illegittimo, assolutamente lesivo dell’operato della magistratura e contro tutti i sindacati».
Troppo tardi, Camusso (vale anche per te, ingenua Dettori).
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