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Scheletri nell’armadio della sanità privata “cattolica”

E’ ben noto ormai a tutti il caso del contagio della TBC da parte di alcuni bambini nati nel 2011 presso il Policlinico Agostino Gemelli di Roma, fiore all’occhiello della sanità privata cattolica in Italia (sic!), un contagio procurato suo malgrado da una infermiera dello stesso ospedale.

E’ di queste ore la notizia che la Magistratura, accogliendo un esposto di un’associazione di consumatori, farà eseguire esami di controlla a tutti i bambini nati presso quell’ospedale da febbraio 2010.

La cosa più scandalosa, paradossalmente a mio avviso, non è il gravissimo fatto sanitario, ma il comportamento supino della Regione Lazio e delle sue espressioni politiche, sia di maggioranza che di presunta opposizione, a partire dalla Presidente Renata Polverini, alla Chiesa Cattolica ed alla sua sanità.

La Regione Lazio non ha fatto la cosa più logica che una istituzione dovrebbe fare in casi come questo, ovvero revocare subito la convenzione con il Policlinico Gemelli, non si capisce infatti perché si deve continuare a mandare ammalati presso un ospedale dove si è verificato un fatto così grave pagando le prestazioni loro erogate con il denaro dei contribuenti; il passaggio successivo, in un paese normale, laico e che tutela i propri cittadini sarebbe poi stato quello di chiudere il Policlinico Agostino Gemelli, e di non autorizzarne la riapertura finchè ogni dubbio sull’igiene complessiva della struttura non fosse stato fugato, dopo accurati accertamenti da parte della regione Lazio. Se questo non fosse possibile perché il Policlinico Gemelli per le norme concordatarie risultasse territorio Vaticano chiarire ai cittadini che presso quella struttura ci andrebbero a loro rischio e pericolo.

La vicenda mette in luce due aspetti sconcertanti, il primo è quello dei mancati controlli sul personale sanitario, ed il secondo è quello della presunta “superiorità” della sanità privata cattolica sulla sanità pubblica dello Stato.

Per quanto riguarda il controllo periodico del personale operante nell’ambito sanitario , tutto: sia quello della sanità pubblica che di quello della sanità privata (convenzionata o meno), si potrebbe creare un’apposita agenzia del Ministero della Sanità che effettui controlli annuali, i costi sarebbero coperti con i versamenti per ogni visita ai loro dipendenti da parte delle strutture sanitarie private, dal momento che guadagnano fior di milioni di soldi pubblici che almeno paghino per la sicurezza dei cittadini.

La vicenda mette poi in luce la carenza igenico sanitaria e dei controlli sugli operatori in una struttura da tutti decantata come un fiore all’occhiello della sanità privata cattolica, portata come esempio di professionalità e funzionalità rispetto alla sanità pubblica. E’ ora di sfatare questo mito, non è assolutamente vero che la sanità privata sia migliore di quella pubblica, è anzi vero il contrario, ma una campagna di vera e propria disinformazione da decenni fa passare questo messaggio, è ora di ristabilire la verità: la sanità pubblica è piena di ottimi operatori (medici, infermieri, personale paramedico ed amministrativo) che fanno ben oltre il loro dovere, che mettono a disposizione della collettività e dei cittadini professionalità, competenza ed umanità, e che vedono le risorse della sanità pubblica tagliate per favorire la sanità privata.

Per terminare due parole sulla totale soggezione dell’interesse pubblico agli interessi della Chiesa Cattolica: una classe politica screditata ed incapace fa di tutto per accaparrarsi la benevolenza della gerarchia ecclesiastica e dei voti che manovra, e poco importa se questo avviene sulla pelle di centinaia di neonati, tanto “Dio riconoscerà i suoi”.

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