A Roma chiuse le linee metropolitane, fermo il servizio delle ferrovie concesse e lo ”stop” di oltre il 70% degli autobus di superfice, a Napoli è rimasta ferma la metro della societa’ SEPSA con il rientro del 50% delle vetture negli impianti, a Bologna oltre il 70% del servizio di TpL si arresta e oltre il 60% della citta’ di Reggio Emilia”. Anche nel Friuli Venezia Giulia, si sono fermati – quest’oggi – gli autoferrotranvieri per protestare contro il mancato rinnovo del contratto nazionale – scaduto da oltre 33 mesi e contro la manovra economica del Governo che prevede il taglio del 70% delle risorse dedicate al settore, «che sta già producendo – precisa il Coordinatore regionale – Willy Puglia – esuberi, taglio di salario, aumento delle tariffe e diminuzione del servizio». Lo afferma in una nota l’ Usb facendo il punto sullo sciopero proclamato nel trasporto pubblico locale per al giornata di oggi.
”La vertenza dei lavoratori del Trasporto Pubblico – spiega l’Usb in una nota – e’ una vertenza che appartiene ai cittadini tutti, una vertenza che con grande determinazione vuole ribadire la difesa di tutti i servizi pubblici come bene comune e per questo sono previste assemblee pubbliche nelle principali citta’ italiane. Contro i tagli economici al settore. Contro la diminuzione dei servizi e il taglio delle linee. Contro l’aumento delle tariffe. Contro l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, piu’ onerosi e sulle spalle della collettivita’. Per difendere: il futuro occupazionale di 150.000 lavoratori del settore. Il diritto alla mobilita’. Uno sciopero che è servito anche a riaffermare la volonta’ popolare espressa con il referendum del 12 e 13 giugno per la quale i servizi pubblici – e non solo l’acqua – devono restare pubblici nonostante i diktat della Banca Centrale Europea”.
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