Il tasso di disoccupazione a settembre è balzato all’8,3%, dall’8,0% di agosto. Lo rileva l’Istat in base a stime provvisorie, sottolineando che così il tasso di disoccupazione si riporta ai livelli del novembre 2010. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a settembre è salito invece al 29,3%, dal 28,0% di agosto. Si tratta del dato più alto dal gennaio 2004, ovvero dall’inizio delle serie storiche. Il numero dei disoccupati a settembre è salito a 2,080 milioni, in aumento del 3,8% rispetto ad agosto (+76 mila unità). Su base annua la crescita della disoccupazione è del 3,5% (+71 mila unità). Il rialzo riguarda sia la componente maschile sia quella femminile. Sull’altro fronte, quello degli occupati, si registra un calo a 22,911 milioni, in calo dello 0,4% (-86 mila unità) rispetto ad agosto. Anche in questo caso la diminuzione interessa sia uomini che donne. Nel confronto con l’anno precedente l’occupazione resta, invece, sostanzialmente invariata. Lo rileva l’Istat in base a stime provvisorie.
Sono dati che fanno scalpore anche alla luce del rapporto diffuso tre giorni dalla Cgia di Mestre, secondo la quale se negli anni della crisi fosse stata in vigore la norma sui licenziamenti per motivi economici che il governo si è impegnato a varare entro maggio prossimo, ogi ci sarebbero 738.000 disoccupati in più. Giuseppe Bortolussi, presidente della Cgia, premette che l’ipotesi di un tasso di disoccupazione all’11,1%, anziché all’8,2%, è frutto di un «calcolo teorico» che prende in considerazione il numero di lavoratori che da gennaio 2009 a luglio di quest’anno si sono trovati in Cassa integrazione a zero ore. Con il nuovo provvedimento questi lavoratori, dice la Cgia, «si sarebbero trovati fuori dal mercato del lavoro una volta trascorso il periodo di cassa». La simulazione della Cgia è stata immediatamente contestata da Maurizio Sacconi. Obiettivo del governo, assicura il ministro, è aumentare l’occupazione. L’ipotesi della Cgia guidata “dal candidato del centrosinistra alla presidenza del Veneto — dice Sacconi — è destituita di fondamento”. Sarà ma i dati Istat ci dicono che la disoccupazione – soprattutto nel settore giovanile – è aumentata eccome.
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