Menu

Trasporti: ancora proteste a Roma e Napoli

“Si stanno verificando agitazioni non autorizzate dei macchinisti della metropolitana e degli operai di manutenzione delle officine che, determinando il rallentamento delle operazioni manutentive sul materiale rotabile e il rifiuto di condurre alcuni convogli con motivazioni pretestuose, stanno portando alla mancata immissione in esercizio dei treni sulle linee A e B”. Con il solito linguaggio burocratico intorno alle 11 di questa mattina l’Atac ha dovuto ammettere che anche oggi continua una sorta di sciopero bianco da parte dei lavoratori della metropolitana di Roma. Una protesta che ha mandato letteralmente in tilt la Stazione Termini, dove sono intervenuti addirittura gli agenti di Polizia che hanno sfollato migliaia di persone letteralmente ammassate sulle banchine. 
Naturalmente media ed esponenti politici – spicca per protagonismo l’Assessore Capitolino Aurigemma – si scagliano contro i lavoratori definiti irresponsabili. All’assessore Aurigemma, che ancora una volta tenta di mettere i lavoratori contro i cittadini, risponde l’Unione Sindacale di Base, reduce dallo sciopero nazionale di lunedì scorso: “Ricordiamo che ogni giorno, pur di garantire il servizio, operai e conducenti sono costretti a soprassedere alle fondamentali regole di sicurezza. Regole che invece sarebbe compito delle istituzioni e delle aziende di far garantire al fine di tutelare la sicurezza di lavoratori e passeggeri, cominciando dalle manutenzioni e finendo con la giusta programmazione del servizio, che non può essere basato sul costante ricorso agli straordinari”.

Che la situazione sia ormai insostenibile le istituzioni e i dirigenti dell’Atac lo sapevano ma non sono intervenute. E così i lavoratori hanno scelto la strada della non collaborazione, dello sciopero bianco. A cominciare dagli operai della manutenzione che, applicando alla lettera le regole sulla sicurezza dei mezzi su rotaia e non dando disponibilità agli straordinari, questa mattina hanno causato un forte rallentamento delle metropolitane.

“La situazione dei trasporti a Roma è sempre più esplosiva, e lo dimostra l’alta adesione dei lavoratori allo sciopero di lunedì – spiega Alessio Bartolami dell’Usb Lavoro Privato – Per protestare contro l’aumento dei carichi di lavoro e le carenze di organico i lavoratori di alcune tratte stanno effettuando lo sciopero degli straordinari. In una situazione in cui un terzo del servizio, anche su gomma, viene garantito dagli straordinari invece che da nuove assunzioni è logico che la protesta dei lavoratori stia provocando seri problemi”.
“La protesta, legittima e spontanea, potrebbe avere “effetto domino” sul servizio su gomma sia della capitale che dell’intera regione” avverte il sindacato di base. “Un servizio svolto con vetture inadeguate alle esigenze reali di trasporto passeggeri, quotidianamente sovraffollate senza alcun rispetto delle normative del codice della strada e della sicurezza del servizio”. L’USB denuncia il ricorso da parte dell’Atac “alla manutenzione dei mezzi attraverso esternalizzazioni, appalti e acquisto materiali con cui, nell’indifferenza delle aziende e delle istituzioni locali, si continua a depredare il denaro pubblico”.

 

Già ieri uno sciopero bianco attuato dai macchinisti dei treni che operano sulla tratta Roma Laziali-Giardinetti ha causato di fatto una interruzione parziale del servizio che già di per sé è uno dei più malandati della rete metropolitana della capitale. “Stamattina chi si è recato alla stazione Giardinetti, dopo una lunga attesa, ha potuto raggiungere la stazione di Centocelle e lì il trenino ha terminato la sua corsa – raccontava ieri Legambiente in un comunicato -. Unico avviso un biglietto scarabocchiato per comunicare che il servizio della Roma – Giardinetti è limitato sulla tratta Roma Laziali – Stazione di Centocelle. (…) Nessun avviso sul portale Atac né sull’Agenzia della mobilità di Roma, men che meno nelle varie stazioni: a pagarne il prezzo, ancora una volta, i pendolari, che si sono dovuti accalcare sull’affollatissima linea 105″.

 

Secondo il presidente regionale di Legambiente Lorenzo Parlati “questo episodio gravissimo non va ignorato: si sta cercando di mettere i lavoratori contro gli utenti, quando entrambi sono vittime di una gestione pressappochista e scriteriata che sta provocando sul trasporto pubblico proprio quello che va scongiurato. Sosteniamo le ragioni dei lavoratori in sciopero, ma al tempo stesso a pagare non possono certo essere gli utenti, che gridano da anni per avere un servizio migliore e ora rischiano di trovarsi gli aumenti, un servizio peggiore (…)”. “E’ questo che stanno preparando il sindaco Alemanno e la presidente Polverini, piuttosto che scongiurare i tagli del Governo, coinvolgendo proprio associazioni e lavoratori? – conclude Parlati -. Noi continuiamo a sostenere l’unica via d’uscita valida: la salvaguardia del servizio pubblico, nella salvaguardia dei diritti di tutti”. E’ esattamente quello che chiedono i lavoratori che lunedì hanno bloccato la città, ricevendo la solidarietà attiva di un centinaio tra precari e studenti che hanno manifestato per circa un’ora davanti al deposito di Portonaccio bloccando anche la circolazione stradale. 

 

Il fronte dei trasporti è caldo non solo nella capitale. I lavoratori del settore di Napoli lunedì non hanno potuto scioperare a causa del maltempo ma avevano già realizzato numerosi blocchi e presidi nei giorni precedenti contro il mancato pagamento degli stipendi da parte dell’Azienda Comunale che gestisce il trasporto pubblico locale. “Provvedimenti di cassa integrazione, licenziamenti, aziende che non pagano gli stipendi, sono solo alcuni dei tentativi messi in campo per smantellare il trasporto pubblico in Campania” denunciano i lavoratori che questa mattina si sono riuniti di nuovo in assemblea insieme agli utenti della Sepsa, la società che gestisce alcune delle tratte ferroviarie della provincia di Napoli. Paradossalmente l’EAV, l’azienda regionale del trasporto della Campania, proprio all’indomani delle proteste dei lavoratori ha diffuso alcuni comunicati che non lasciano dubbi sulla strategia dell’ente: snellimento degli organici, ammortizzatori sociali, fusione per incorporazione delle aziende su ferro controllate ed infine, partenza delle gare per il mese di maggio 2012. A fare man bassa dei beni comuni privatizzati saranno i soliti noti, accusa l’Unione Sindacale di Base: nell’articolo apparso sul quotidiano Repubblica, si indicano anche alcuni nomi di possibili acquirenti, Montezemolo con la sua cordata o la francese RATP (di totale proprietà dello stato francese) per quanto riguarda l’esercizio ferroviario e ANSALDO per la manutenzione. Naturalmente ogni eventuale acquirente non farebbe altro che aumentare i costi dei servizi di trasporto e tagliare i livelli occupazionali.

 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *