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Solidarietà con Riccardo Antonini e i ferrovieri licenziati

Alla fine ce l’hanno fatta, l’azienda gliel’aveva promesso con precedenti lettere, se avesse continuato a fare il consulente di parte nel processo sulla strage di Viareggio di due anni fa, sarebbe stato messo in crisi il rapporto fiduciario…Hanno licenziato Riccardo Antonini” scrive in un comunicato il Comitato 5 aprile per la sicurezza sul lavoro. “Lo hanno licenziato perchè difendeva ed è rimasto coerente con la sua scelta, le famiglie dei 32 morti nella strage del treno merci a Viareggio alla fine di Giugno di due anni fa, che anche la rete nazionale per la salute e la sicurezza sui posti di lavoro segue da sempre. La motivazione è quella annunciata, licenziamento e  senza preavviso perchè “definitivamente decaduto il rapporto fiduciario” con Trenitalia. Riccardo è di R.F.I., gli mancava un anno alla pensione”.

Ma, secondo il Comitato 5 aprile, il caso di Riccardo Antonini non è purtroppo affatto isolato. La memoria va al caso di Dante de Angelis o a quello più recente di Sandro Giuliani, ferrovieri licenziati per aver denunciato la mancanza di sicurezza sui treni.“Come tanti suoi colleghi e colleghe ferrovieri, Riccardo è sempre stato per chi lo ha conosciuto  un lavoratore cosciente che si è opposto all’intero  processo di privatizzazione in F.S., cosi’ come ha contribuito a tutte  le lotte e iniziative contro le ingiustizie in ferrovia, contro i licenziamenti facili e contro “dirigenti chiacchierati”, che hanno attraversato questi  ultimi 40 anni di gestione delle ferrovie in Italia”.

Anche l’Usb ha espresso la sua solidarietà a Riccardo Antonini. “Con la scarna motivazione della compromissione del rapporto fiduciario, il Gruppo Ferrovie compie un ennesimo atto di intimidazione ai danni di un lavoratore incolpevole, reo in questo caso di aver anteposto alle finalità private societarie l’etica trasparente di chi mette le proprie competenze a disposizione dei parenti delle vittime di una terribile strage” sostiene l’Usb lavoro privato: “sottolinea la slealtà di un’azienda che impedisce qualsiasi tipo di confronto con i lavoratori e con l’utenza, i cui vertici aziendali appaiono sempre più annidati in un’amministrazione oligarchica,  e respinge una linea basata sul profitto che nulla ha in comune con i diritti dei lavoratori e dei passeggeri”.

Il comitato 5 aprile annuncia che il 25 novembre ci sarà a Roma un convegno proprio sulla sicurezza nelle Ferrovie alla quale parteciperanno esponenti sindacali, lavoratori e ferrovieri.

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