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Esselunga. “Quel presidio deve sparire”

Dopo 4 mesi di braccio di ferro tra operai ed Esselunga, si sta scatenando anche una campagna mediatica,contro i lavoratori che prende a pretesto una raccolta firme tra gli operai Safra che invocherebbe un intervento contro il presidio situato all’ingresso del magazzino. Molti affermano di aver dovuto firmare sotto minaccia di licenziamento, o di non aver neanche avuto modo di leggere il testo.
Il fatto è che in seguito a questa petizione filo-aziendale, i detrattori del presidio che l’altro ieri piangevano lacrime di coccodrillo per i licenziamenti e le famiglie in difficoltà, che ieri si lamentavano per gli episodi che hanno motivato l’intervento delle forze dell’ordine, oggi si rivolgono alla prefettura per sostenere l’idea dello sgombero del presidio permanente.
Da Caprotti alle istituzioni locali, passando per le forze dell’ordine, la magistratura, e buona parte dei media e, per non dimenticare nessuno, i vertici dei Confederali con il loro complice silenzio assoluto: tutti fanno quadrato intorno al magnate locale di Pioltello o, per meglio dire…contro l’autorganizzazione dei lavoratori, aldilà della sigla sindacale che si sono scelti per condurre questa lotta.
Evidentemente dopo 4 mesi il presidio continua a turbare il sonno di costoro e di questo non si può che essere orgogliosi. Ma non è con l’orgoglio, ovviamente, che si vincono le battaglie.
Viene lanciato un appello a tutte le forze che hanno finora sostenuto la mobilitazione a partecipare all’assemblea straordinaria di domani sera, martedì 7 febbraio, alle ore 21 davanti ai cancelli di Esselunga.per decidere insieme il da farsi.

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