Manifestazioni sotto le sedi della Commissione Europea in diversi paesi (vedi la foto di Roma). Consegnata lettera a Barroso.
La Federazione Sindacale Mondiale aveva promosso per oggi, giovedi 23 febbraio, una giornata di mobilitazione europea dei lavoratori pubblici contro gli attacchi ai salari e ai diritti sindacali dei lavoratori pubblici scatenato dai governi dell’Unione Europea e dalla Bce. In Italia l’Usb – aderente alla Fsm, ha convocato tre manifestazioni: a Roma, a Milano e a Torino.
La giornata di lotta era stata deliberata a Roma e ad Atene dai sindacati europei dei lavoratori pubblici (TUI PAE), aderenti alla Confederazione Sindacale Mondiale (FSM/WFTU) di cui l’Unione Sindacale di Base è confederazione affiliata, per contrastare le politiche della Commissione Europea e della Banca Centrale Europea, che impongono agli stati membri di continuare sulla strada delle privatizzazioni di tutti i servizi pubblici, di cancellare la previdenza pubblica per alimentare i fondi di previdenza privati mettendo in atto un attacco pesantissimo ai beni comuni dei cittadini, alla qualità dei servizi pubblici e alle condizioni contrattuali e salariali dei dipendenti pubblici.
Tutto questo porterà un ulteriore precarizzazione del lavoro, abbassamento della qualità dei servizi, aumenti delle tariffe e cancellazione dei diritti conquistati con le lotte. La Grecia è l’esempio concreto di quello che potrebbe accadere anche in Italia, paese commissariato da UE e BCE con il nulla osta del banchiere Monti.
Nel nostro paese si sono svolti presìdi anche a a Milano, davanti alla sede regionale della Commissione, in corso Magenta e a Torino davanti alla sede ILO (Ufficio Internazionale del Lavoro) in via Maestri del Lavoro.
Le manifestazioni si sono svolte davanti alle sedi della Commissione Europea in Grecia (Atene), Portogallo (Lisbona), Spagna (Barcellona), Cipro (Nicosia), in Serbia e nella Repubblica Ceca, mentre nei Paesi Baschi una catena umana congiungerà il confine francese con la sede della Commissione Europea a Bilbao.
**********
Nella giornata di mobilitazione europea in difesa dei servizi pubblici e dei diritti, l’USB PI è stata consegnata una lettera per il presidente della CE, Manuel Barroso
Al Presidente la Commissione Europea
Josè Manuel BARROSO
BRUSSELS
Il 23 Febbraio 2012, è stata proclamata Giornata Europea di mobilitazione e di lotta dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori dei servizi pubblici aderenti alla Federazione Sindacale Mondiale (WFTU).
Analoghe manifestazioni si stanno svolgendo contemporaneamente alla nostra nelle principali città e capitali europee contro le scelte politiche dell’Unione Europea, che si mostra incurante delle reali condizioni dei Paesi di fronte all’incalzare della crisi economica e i cui lavoratori, specialmente quelli che operano nei servizi pubblici, sono travolti da una recessione aggravata proprio dalle politiche di rigore imposte dall’Unione Europea.
Tali politiche, possibili solo grazie alla subordinazione politica e decisionale dei Governi nazionali ed il sostegno delle organizzazioni sindacali complici della CES, stanno provocando: la cancellazione dello stato sociale attraverso la riduzione generalizzata dei servizi pubblici e la loro vendita ai grandi monopoli privati, gravissime conseguenze sulla qualità dei servizi stessi, la riduzione dei diritti conquistati dai lavoratori con anni di lotte, l’aumento delle forme di lavoro precario, il ricorso al lavoro in subappalto senza diritti e garanzie, l’espulsione dai centri produttivi di centinaia di migliaia di lavoratori e in particolare delle donne.
Le decisioni che l’Unione Europea sta imponendo agli Stati nazionali hanno per obbiettivo il drenaggio di risorse attualmente destinate allo stato sociale, ai servizi pubblici, alle pensioni, all’istruzione, alla ricerca scientifica pubblica per destinarle al risanamento del debito che, per grandissima parte, è frutto dei trasferimenti di risorse pubbliche operati per garantire il salvataggio di banche e imprese private.
Le devastanti scelte politiche dell’Unione sembrano non avere mai fine. Proprio in questi giorni la UE, assieme alla Banca Centrale Europea e al FMI, ha deciso un vero e proprio “commissariamento” della Grecia attraverso l’imposizione di uno strettissimo controllo della realizzazione delle misure antipopolari decrette per ottenere un prestito che servirà per lo più a pagare gli interessi sul debito senza assolutamente consentire di invertire la tendenza.
Con la giustificazione della improduttività del pubblico è partita una enorme opera di privatizzazione di tutti i servizi a rete – gas, energia, trasporti, telecomunicazioni ecc.-, privatizzazioni che cancellano il patrimonio pubblico del nostro Paese, ne aumentano i costi e ne
diminuiscono la funzionalità, espropriando i cittadini ed i lavoratori che vi operano con professionalità e responsabilità nonostante siano di gran lunga al di sotto della media europea dei lavoratori pubblici per numero di abitanti e senza prospettive di rinnovo contrattuale e quindi di adeguamento dei propri salari al costo della vita ormai in continuo e vertiginoso aumento
I servizi pubblici sono beni comuni e come tali devono essere protetti e garantiti assieme ai lavoratori che vi operano!
Dopo lo sciopero generale dello scorso 27 Gennaio, condiviso e praticato anche da centinaia di migliaia di addetti ai servizi pubblici, i lavoratori ed i cittadini italiani, partecipando alla Giornata Europea di mobilitazione e di lotta di oggi, vogliono rendere evidente e determinata la loro opposizione alle politiche di devastazione dei servizi pubblici/beni comuni da parte dei Governi nazionali in ossequio alle direttive e decisioni assunte dall’Unione Europea con l’evidente intenzione di far pagare il debito e i costi della crisi ai lavoratori e alle famiglie italiane.
L’ USB ritiene necessaria una profonda inversione di tendenza delle politiche dell’Unione Europea in materia di servizi pubblici e di pubblico impiego e a tal fine indispensabile l’apertura di un confronto politico tra la Commissione Europea e la Segreteria Europea del WFTU sul futuro del welfare nei Paesi Europei e l’avvio di un vero pluralismo nelle relazioni sindacali che concluda l’epoca del monopolio della rappresentanza da parte della CES.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa