Dalle case alla strada, dalle case occupate alle tende. Lo sgombero del palazzo occupato in via San Donato, ha visto nascere una tendopoli davanti all’edificio per le famiglie occupanti che dopo aver subito lo sfratto dalle loro abitazioni hanno dovuto subire anche lo sgombero dall’edificio che avevano occupato.Guarda il video sullo sgombero:
Sul posto sono arrivati attivisti dal resto della città tra cui anche i collettivi universitari. Per domani in Comune è previsto un incontro sulla emergenza abitativa che sta rivelando la sua pesantezza anche in una città come Bologna fino a poco tempo fa del tutto avulsa da problemi simili. Sabato 3 Marzo tre nuclei familiari e diversi attivisti dei movimenti sociali avevano occupato uno stabile in via San Donato. Le famiglie, a causa della crisi e dei prezzi sempre più insostenibili del mercato immobiliare, erano state sfrattate o in attesa di sfratto nei prossimi giorni. Il nucleo originario di occupanti si era poi allargato ad altre famiglie senza casa che si erano aggiunte all’occupazione. Anche nella “prospera Bologna” la situazione abitativa sta diventando insostenibile. Un numero in continua crescita di famiglie si trovano alle prese con un problema che rischia di trasformarsi in una vera e propria emergenza sociale. I numeri in questo parlano chiaro: 3600 sfratti in via di esecuzione nella nostra città, il 98% dei quali dovuti alla morosità. A fronte di più di 10.000 richieste di casa popolare l’amministrazione comunale è in grado di garantire con appena 300 assegnazioni l’anno. Il divario tra i bisogni e la risposta che in questo momento il welfare cittadino è in grado di dare è insostenibile. Pur di fronte ad una situazione di questo tipo, decine di proprietari in tutto il territorio bolognese continuano a mantenere un enorme quantitativo di patrimonio immobiliare sfitto. Secondo le stime più recenti sono circa 10.000 gli alloggi privati sfitti. Un numero di alloggi che eguaglia le richieste di casa popolare e al quale vanno aggiunti centinaia di appartamenti in costruzione che non avranno altro destino se non quello di entrare tra le fila dell’invenduto. L’azione che ha portato gli inquilini e l’ASIA-USB a occupare lo stabile di Via San Donato 143/2 si inserisce proprio all’interno di questa prospettiva e di questa ipotesi.
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