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Modena. Anche dalle zone terremotate: “L’art.18 non si tocca”

“I morti per il terremoto sono in gran parte morti bianche. Veri e propri omicidi causati dalla totale disattenzione sulle normative che regolano la sicurezza nei luoghi di lavoro in particolare l’antisismica” denunciano i lavoratori e delegati della Usb che ieri sono scesi in piazza anche a Modena contro la legge sul lavoro in discussione in Parlamento. “Il fatto poi che alcuni padroni abbiano deciso dopo sopraluoghi privati di riaprire le fabbriche e che sotto le macerie di queste siano rimasti i loro dipendenti è totalmente inaccettabile!”
”Altrettanto inaccettabile è il contesto in cui i Vigili del Fuoco si trovano ad operare. Costretti ad effettuare centinaia e centinaia di controlli al giorno in tutto il territorio regionale, ad operare con mezzi di soccorso che risalgono a ben 30 anni fa e subendo tagli che negli ultimi 10 anni hanno ridotto l’organico del 35%”.Con l’evento sismico che sembra non finire mai bisogna comunque ragionare sulla ricostruzione delle abitazioni e dei settori produttivi che durerà diversi anni e che non dovrà in alcun modo assomigliare al modello aquilano che ha trasformato il capoluogo abruzzese in un vero e proprio deserto.
”In questo contesto, la riforma del mercato del lavoro del governo Monti, se approvata dal parlamento, trasformerà la nostra Regione in un luogo a forte depressione economica e ad altissima disoccupazione e precarietà. Infatti con l’eliminazione della cassa integrazione per cessazione dell’attività e la complessiva riduzione degli ammortizzatori sociali, coloro che hanno perso il lavoro saranno buttati nel giro di pochi anni nel girone infernale della disoccupazione e della precarietà”. Le misure emergenziali adottate sino ad oggi dal Governo e dalla Regione, che ovviamente non possono che essere a termine, non sono la soluzione dei problemi del mondo del lavoro causati dal terremoto ma semplici e necessarie misure tampone.
E’ inaccettabile che mentre mezzo paese rivolge la sua attenzione sugli effetti del terremoto il governo Monti e i partiti che lo sostengono cerchino di approvare in parlamento, il più in fretta possibile, una riforma che espone al ricatto del licenziamento senza giusta causa e ad un futuro sempre più precario tutti i lavoratori del nostro paese.

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