Ultim’ora: intorno a mezzogiorno, ai cancelli del magazzino Ikea sono arrivati anche il sindaco di Piacenza, Paolo Dosi e l’’assessore comunale al Lavoro, Luigi Rabuffi). Il sindaco ha chiesto ai lavoratori di togliere i picchetti ai cancelli, ma i lavoratori hanno tenuto duro e il Questore Germanà ha dato il via libero allo sgombero forzato dei picchetti. Cariche della polizia, manganellate contro i lavoratori che cercavano di rimanere uniti, anocra lancio di lacrimogeni e, naturalmente altri feriti.
Per domani sono stati convocate iniziative di solidarietà con i lavoratori e di protesta contro Ikea. Ad Afragola (Na) appuntamento alle 11.30 davanti all’Ikea. A Padova alle 15.00 appuntamento alla rotonda interna della zona commerciale (tra Ikea e Pittarello).
Già intorno alle 11.10 la polizia aveva utilizzato anche due lacrimogeni (vedi la foto in basso) per sgomberare i picchetti che ancora resistevano ai cancelli. Alcuni dei “crumiri” vogliano uscire in solidarietà con i lavoratori caricati ai cancelli. Intanto oggi pomeriggio dovrebbe essere riaperto un tavolo di trattativa tra i lavoratori e i consorzi/cooperative che gestiscono la logistica dell’Ikea.
Una giornata di lotta per i diritti che sembra presa dalle cronache di un altro secolo. I lavoratori del consorzio Cgs che gestisce il magazzino centrale dell’Ikea a Piacenza, stavano picchettando i cancelli d’entrata. Con loro i lavoratori della Tnt,della Gls e di altre cooperative della logistica, attivisti del Sicobas e compagni di varie realtà milanesi, tra cui il Csa Vittoria autore di un ampio documento proprio sulla funzione della logistica nel sistema produttivo.
Questa mattina presto alla porta 2 sono due pullman di crumiri scortati dalla polizia. Sono volate calci e manganellate e sono riusciti a sfondare. Alla porta 9, intorno alle nove la polizia ha intimato di sciogliere il picchetto. I lavoratori si sono seduti per terra e hanno iniziato a fare resistenza passiva abbracciandosi e incatenandosi tra loro. Passato un quarto d’ora la polizia ha cominciato a spostarli di peso, ma ben presto sono volati anche qui calci e manganellate e cinque lavoratori sono stati feriti e portati via in ambulanza. Mentre scriviamo ci sono ancora una ventina di lavoratori seduti circondati dai poliziotti. Gli altri sono tenuti ai margini del piazzale d’entrata.
Due giorni fa Ikea aveva imposto ai consorzi e alle cooperative che gestiscono il magazzino centrale di Piacenza di procedere con il licenziamento dei lavoratori più attivi nella lotta e nei picchetti iniziati il 17 ottobre scorso. Proteste miranti a ottenere i diritti che l’enorme deregulation sul lavoro che impera nel settore della logistica e della distribuzione tende ad abolire.
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Claudio53
Sono stufo, arcistufo di vedere sempre il solito film: gente, compagni che protestano per i loro diritti e teste spaccate dai servi del potere. La colpa non è del potere e di chi lo gestisce (fanno il loro gioco) la colpa è nostra, di noi che ci riconosciamo in certe ideologie ma non riusciamo a trovare un punto di unione. Federazione della sinistra, Partito comunista dei lavoratori, Sinistra critica, Marco Rizzo ecc., ecc., ecc. Ognuno a difendersi il proprio momento di gloria in una gara a chi è più comunista e lasciare massacrare i lavoratori nelle piazze. Lavoratori, studenti, precari e disoccupati con le teste spaccate e i visi insanguinati. Per quanto ancora dovremo vedere scene di simile mattanza? Fintanto che tutti insieme non scendiamo in piazza uniti e determinati a dire basta a tutto questo. Personalmente non me ne frega un cazzo di marx, stalin, lenin, trotsky etc., del differente modo di essere e sentirsi comunista. Quello che serve in questo momento è l’unione di tutte quelle forze che marcino insieme e incutano terrore ai nemici dei diritti dei cittadini e alle scorribande delle squadracce fasciste che da troppo tempo sono ritornate operative!
auspico che questo cambiamento di tendenza avvenga presto ma temo di aver buttato solo parole al vento!
rita manconi
hai ragione. quello che manca è un punto d’aggregazione. siamo tutti incazzati ma oltre il web non troviamo il modo x farci sentire. i partiti di sinistra su queste problematiche latitano, troppo intenti a salvare il governo monti. ormai non sappiamo come farci sentire. vedi cosa succede quando scendiamo in piazza x difendere i nostri diritti. neanche il sindacato spreca fiato x condannare quanto succede.
Filippo
Claudio, ma lei crede ancora alle favole? Esponenti dell’attuale Federazione della sinistra tempo fa hanno governato con esponenti dei padroni facendo passare leggi e leggine che picconavano pensioni e salari. Non voglio essere prolisso. Io penso invece che il problema non sta nell’esistenza di una moltitudine di partiti d’area extraparlamentare (meno male che ci sono!), ma è insito nella mancanza di punti di riferimento sostanziali da parte dei lavoratori, che in questi anni sono stati vittime del monopolio borghese a partire dai mass media. Il malcontento c’è ma non riesce ad esprimersi nella politica poichè tanto fango le è stato gettato negli ultimi 20 anni, ma viene incanalato dal web soprattutto in un vicolo…cieco. combattere la truffa populista nel movimento operaio e tra la gente è la priorità per costruire un’opposizione sociale. Corruzione ruberie, pestaggi a lavoratori che si battono per i propri diritti sono inseparabili dalla dittatura del profitto. E’ da questa consapevolezza che bisogna partire.