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No alla Legge di stabilità. I lavoratori tornano sotto Montecitorio

Dobbiamo fermarli, a partire da questa Legge di stabilità che è va contrastata in tutte le sedi possibili e non solo a parole, magari in vista delle elezioni. “E’ da irresponsabili credere di poter semplicemente attenuarne gli effetti più odiosi e proporre di fatto l’adesione ai piani dei banchieri” afferma l’Usb in un comunicato. “La Legge di stabilità, in discussione in questi giorni in Parlamento, è un altro devastante capitolo dell’attacco allo Stato Sociale e ai diritti dei lavoratori pubblici”. Con il fiscal compact la BCE e il governo italiano, sostenuto dal padronato locale e dai partiti in Parlamento, vogliono imporci sacrifici e saccheggi per un ventennio, fino a quando avranno depredato tutto il possibile, lasciandoci nella miseria.
In piazza mercoledi ci saranno anche i lavoratori della scuola che, oltre all’ennesimo blocco di contratto e scatti d’anzianità e alla sottrazione dell’indennità di vacanza contrattuale, subiranno tagli per quasi 200 milioni di euro all’anno per i prossimi 3 anni. Chi infatti gioiva per lo scampato pericolo dell’aumento d’orario a parità di salario, deve sapere che i fondi necessari li abbiamo comunque messi noi. Verrà infatti nuovamente saccheggiato il fondo d’istituto e saranno usati i “risparmi” ottenuti attraverso i tagli che hanno reso disoccupati tanti colleghi. Da quanto sappiamo, poi, non è ancora finita, potrebbero addirittura chiederci di pagarci gli scatti d’anzianità. Come? Semplice, con i nostri soldi, cioè quelli stanziati nel Fis per la nostra retribuzione accessoria.
“Occorre dare una risposta forte e duratura e per questo è sempre più urgente costruire anche nella scuola l’alternativa sindacale conflittuale alle irresponsabili pratiche concertative” sostiene l’Usb che ha convocato nuovamente i lavoratori sotto Montecitorio.

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