Questo il testo dell'”accordo”, che ricalca persino nella punteggiatura la “piattaforma” presentata dall’associazione delle imprese del settore, Federmeccanica.
Un accordo infame sia nella logica che nel merito. Si tratta infatti della pura estensione del “modello Pomigliano” a tutto il settore, e anticipa quindi la strategia contrattuale di Confindustria per tutti i rinnovi contrattuali.
Naturalmente inferocito il segretario della Fiom, Maurizio Landini.
Intervenendo a Milano in occasione dello sciopero generale: “L’accordo separato siglato oggi (ieri, ndr) da Fim, Uilm e Federmeccanica per il contratto dei metalmeccanici cancella il ruolo del Ccnl ed estende il modello Fiat a tutte le aziende metalmeccaniche. La firma separata è il primo frutto avvelenato dell’accordo separato sulla produttività voluto dal governo Monti e firmato senza la Cgil.”
“L’accordo raggiunto sancisce l’aumento dell’orario di lavoro, cancellando il ruolo delle Rsu sulla loro gestione, manomette il principio dei primi 3 giorni di malattia e, sui minimi contrattuali, non garantisce più il principio costituzionale secondo cui a parità di lavoro deve corrispondere parità retributiva.”
“Fim e Uilm si sono limitate a firmare la piattaforma presentata da Federmeccanica, sancendo così la fine del loro ruolo di sindacati confederali e contrattualisti. Si tratta di un accordo vantaggioso solo per le imprese. Federmeccanica sta usando questa crisi per cancellare i diritti dei lavoratori.”
“La Fiom farà tutto il possibile perché quanto previsto dall’accordo non venga applicato nelle fabbriche e nei territori. Metteremo in campo tutte le iniziative sindacali e giuridiche necessarie. Ci davano per spacciati dopo le vicende di Pomigliano e Mirafiori, ma non è andata così: noi c’eravamo prima di Marchionne e ci saremo anche dopo Marchionne. L’obiettivo della Fiom è lasciare i diritti a chi viene dopo di noi così come noi, entrando in fabbrica negli anni scorsi, li avevamo grazie alle battaglie portate avanti da chi ci aveva preceduto.”
“Ora è necessario intervenire sulle ragioni che hanno determinato la crisi, senza scaricarne i costi sui soliti noti. L’Italia è il Paese che ha la precarietà e l’età pensionabile più alta d’Europa, mentre i salari e gli investimenti sono i più bassi d’Europa. Oggi si deve investire sulla testa e non sulle braccia delle persone.”
“Chiediamo (ai partiti del centrosinistra, ndr) di prendere un impegno affinché la democrazia venga portata anche nelle fabbriche con una legge sulla rappresentanza per dare ai lavoratori e alle lavoratrici il diritto di scegliere i propri rappresentanti e di votare sugli accordi che li riguardano. Oggi viviamo una grave contraddizione: i metalmeccanici che hanno votato alle primarie non hanno diritto di votare per il loro contratto. Fim e Uilm, infatti, non intendono sottoporre l’accordo separato al referendum tra tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori interessati.”
Intanto lo sciopero prosegue anche oggi, differenziato per territorio, con buone percentuali di adesioni soprattutto in Lombardia, Toscana, Marche, dove sono ormai definitivi i rilevamenti sulla mobilitazione di ieri.
Il giudizio ufficiale della Fiom:
Fim, Uilm e Fismic hanno firmato un accordo per il rinnovo del Contratto dei metalmeccanici
che conviene solo alle imprese.
Dopo tre mesi di finta trattativa, escludendo dal negoziato il sindacato maggiormente
rappresentativo nella categoria, senza coinvolgere le lavoratrici e i lavoratori e senza
mandato degli stessi, la nuova intesa raccoglie solo i contenuti voluti dalla Federmeccanica e
rappresenta il primo frutto avvelenato dell’accordo separato sulla produttività non firmato
dalla Cgil.
Gli aumenti previsti – 130 euro lordi per il quinto livello, in tre rate, l’ultima nel 2015 – non
tutelano il potere d’acquisto dei salari, l’erogazione e le quantità dichiarate non sono
garantite nel triennio di vigenza contrattuale.
Ciò che è garantito, invece, è l’aumento secco dell’orario di lavoro, attraverso il raddoppio
dello straordinario obbligatorio e l’aumento delle ore di flessibilità.
Quest’accordo cancella il ruolo contrattuale delle Rsu in materia di orario e ne consegna alle
aziende la gestione unilaterale, perché dalla sua entrata in vigore per le stesse sarà
sufficiente l’esame congiunto, da effettuare in tempi ristretti, per applicare nuove turnazioni.
Le aziende potranno pagare 3 Par all’anno, aumentando anche per questa via l‘orario di
lavoro.
Le lavoratrici e i lavoratori non avranno più la garanzia del pagamento dei primi tre giorni di
malattia, così come vedranno svanire l’obbligo dell’automatismo nella progressione dei
passaggi di livello più bassi.
Fim, Uilm e Fismic pensano di liquidare il Contratto nazionale senza passare attraverso il voto
dei lavoratori, perché consapevoli di aver assecondato le posizioni di Federmeccanica su
aspetti decisivi della tutela delle condizioni di lavoro.
La Fiom considera questo accordo illegittimo, perché è l’esito di una trattativa che ha escluso
il sindacato maggiormente rappresentativo della categoria e perché manomette essenziali
diritti contrattuali. Perciò la Fiom intensificherà la propria iniziativa per conquistare un vero
contratto e invita i lavoratori e le lavoratrici a mobilitarsi per rivendicare il diritto a decidere
sul proprio contratto e sulle proprie condizioni di lavoro.
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