Sabato16 marzo, a margine dell’incontro nazionale delle forze che animarono la manifestazione del 27 ottobre, si è tenuta una riunione nazionale dei Comitati No Debito impegnati nella campagna contro i tagli previsti dalla spending review nella sanità.
Erano presenti i comitati di Milano, Toscana, Umbria, Roma, Bologna, Veneto,Torino. La prima fase della riunione è stata dedicata al confronto tra le varie esperienze realizzate nei singoli territori. Mobilitazioni, convegni, manifestazioni, petizioni popolari, controinformazione, inchieste, sono stati gli strumenti che in modo diverso hanno consentito ai comitati No Debito di far vivere quella che si delinea come una delle contraddizioni principali della macelleria sociale voluta dai diktat della Troika ed eseguita sul territorio nazionale e regionale dai suoi volenterosi agenti istituzionali.
I problemi e le possibilità di questa campagna sono stati sottolineati dagli interventi che hanno illustrato come si è agito locale: dal convegno di Milano alla manifestazione regionale in Toscana, dalla controinformazione pubblica in corso a Roma e Bologna alle inchieste avviate in Umbria e Torino.
In alcuni casi (Milano o Pisa) la campagna è stata “agevolata” dalla presenza di aspri conflitti sindacali tra i lavoratori della sanità (San Raffaele, lavoratrici Sodexo etc.) che hanno visualizzato a livello pubblico la crescente criticità del settore. Lì dove questi conflitti ancora non si sono manifestati o sono rientarti, si è reso necessario intervenire con l’informazione e la controinformazione sui progetti in atto o in cantiere che prevedono chiusure di ospedali e di servizi sanitari.
Una seconda questione è stata la valutazione sulla tendenza. L’obiettivo del taglio di 31 miliardi da qui al 2015 nella sanità verrà perseguito con terapie d’urto o con tagli soft? La comprensione di quale strategia ci troveremo di fronte non è secondaria per l’azione dei Comitati No Debito.
Alcuni dati ci dicono che la strada lacrime e sangue è giù segnata. La Toscana ad esempio adotta la spending review con maggior zelanteria del livello nazionale. Emblematica la frase del documento della Regione Umbria – regione non sottoposta all’obbligo di rientro come Lazio, Campania, Calabria, Sicilia – secondo la quale “Il modello universale di assistenza sanitaria non è più sopportabile”. E’ una conclusione analoga a quella del governatore della Bce Draghi quando ha affermato che il “modello sociale europeo non è più sopportabile”. La posta in gioco sulla sanità è dunque centrale nella destrutturazione complessiva del modello sociale europeo in tutti i settori del welfare e del lavoro.
Secondo alcuni interventi, sulla sanità è in corso una operazione di de-responsabilizzazione dello Stato dai suoi doveri verso la società. Curarsi non sarà più un problema pubblico ma una incombenza individuale. Da qui si apre la strada per un modello che si regge sui “terzi” cioè le assicurazioni e il ritorno delle casse mutue private o di settore.
Sulle iniziative, oltre ai calendari delle singole realtà dei Comitati No Debito (a Milano e Roma ci saranno appuntamenti in occasione dell’insediamento delle nuove giunte regionali), si è ragionato su un possibile appuntamento nazionale (convegno, forum Stati generali) sulla sanità sul quale – oltre al Comitato No Debito – chiamare a confronto anche altri soggetti attivi (da Medicina Democratica ai comitati territoriali, dei parenti o di malati, sindacati conflittuali ed altre esperienze).
C’è stato qualche dubbio sull’efficacia di un appuntamento nazionale con queste caratteristiche e – al contrario – su una maggiore efficacia di convegni o forum locali sulla sanità. Nella riunione si è anche discusso su come poter affrontare una azione di lotta coordinata sulla questione dei ticket. A parte che sono ormai differenziati a regione a regione con maggiore incidenza nelle regioni sottoposte a piani di rientro aggiuntivi a quello della spending review nazionale, il problema è che – come nel caso dell’Imu – ancora non si è in grado (oltre alla richiesta di principio di abbassamento o non pagamento dei tickets) di trovare un punto per scardinare l’operazione con campagne di disobbedienza civile o fiscale. Ci si lavorerà sopra.
Nel discussione è stato sottolineato come il Comitato No Debito non sia una struttura “dedicata” alla sanità ma inquadra l’attacco al diritto alla salute e alla sanità pubblica dentro l’analisi e la lotta più generale contro le misure di austerità imposte dalla troika. Non è un dettaglio irrilevante perché lavorando concretamente nelle situazione esiste sempre il rischio inconsapevole che il “particolare” alla fine prevalga sul generale. Il movimento No Debito si è assunto la responsabilità di agire in una dialettica in cui il secondo sia l’asse centrale dal quale far derivare il primo sul piano del dibattito e dell’iniziativa.
All’ordine del giorno una giornata nazionale di lotta del Comitato No Debito sulla questione della difesa della sanità pubblica, di qualità, gratuita ed efficiente da realizzare in piazza nelle varie città lo stesso giorno e tutti insieme. A tale scopo verrà preparato un volantone nazionale del Comitato No Debito da integrare in sede locale con i dati e le articolazioni dei singoli territori.
Tra le iniziative a breve il Comitato No Debito di Roma lunedi 25 sarà sotto alla Regione Lazio in occasione dell’insediamento della nuova giunta regionale di Zingaretti. Non sarà il solo e sarà in buona compagnia insieme ad altri movimenti sociali, una alleanza nei fatti sui medesimi obiettivi.
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