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Riccardo Antonini, ultimo atto
di Letizia Tassinari
Licenziamento confermato. Il ricorso del ferroviere è stato respinto. Il responso è arrivato nelle prime ore del pomerggio. Questa la sentenza del giudice del lavoro Luigi Nannipieri nella causa di lavoro per il reintegro di Riccardo Antonini, il ferroviere licenziato dalle Ferrovie dello Stato per aver fatto da consulente per le vittime della strage di Viareggio e aver “offeso”, secondo l’accusa, l’amministratore delegato Mauro Moretti a Genova durante una festa del Partito Democratico.
“La sicurezza deve essere al centro delle informazioni e una battaglia di tutti. Indipendentemente da come è andata la mia vicenda, questo è, comunque, un grosso risultato”. Queste le prime parole di Riccardo Antonini appena uscito dal tribunale di via Galli Tassi a Lucca. “Nelle aule giudiziarie non è facile, bisogna battersi, per la sicurezza, con le lotte e le mobilitazioni per far capire che è un bene di tutti”, ha aggiunto il ferroviere, annunciando che appena saranno depositate le motivazioni presenterà ricorso in appello.
Presente al presidio di solidarietà al ferroviere tanti colleghi, anche da Firenze,, familiari delle vittime e Daniela Rombi, presidente della onlus Il mondo che vorrei e mamma di Emanuela Menichetti, una delle 32 vittime della strage di Viareggio: “Non toccate Riccardo – ha detto -, e con lui chi si batte per la sicurezza. Le Ferrovie hanno risparmiato in manutenzione ma hanno soldi per l’alta velocità. Noi non accetteremo mai questo sistema marcio. Riccardo è stato licenziato e ci auguriamo una sentenza di reintegro, ma Moretti, imputato per 32 morti, non lo licenzia nessuno? I 33 imputati nel processo della strage del 29 giugno a Viareggio devono andare tutti a processo. La nostra non è una vendetta ma una richiesta di giustizia. Devono pagare per le loro responabilità. Il cavalierato va dato non a Moretti, ma a quel capotreno che la notte del 29 giugno ha fermato due treni sennò ci sarebbero stati molti più morti”.
* da La Gazzetta di Viareggio
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