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Forlì. I padroni disertano l’incontro. Sciopero e picchetto alla Dometic

La direzione della Dometic Italy, la multinazionale svedese di condizionatori che durante le ferie agostane aveva provato a svuotare la fabbrica di nascosto, ieri martedì 1 ottobre, ha deciso di disertare l’incontro fissato con i sindacati L’ennesimo atto di arroganza che ha scatenato la reazione dei lavoratori, decisi a interrompere le trattative e a dare il via allo sciopero a oltranza. A inizio mese, un incontro aveva prodotto la firma dell’accordo per la cassa integrazione, per tutti i 58 lavoratori dello stabilimento di Forlì. Una settimana dopo, la Dometic si era impegnata a mantenere nello stabilimento romagnolo la produzione di generatori e condizionatori di tipo “fresh light”, garantendo il posto solo a una decina di operai.

Ieri nella sede dell’Unindustria di Forlì, era stato fissato un appuntamento per discutere della gestione della crisi e fissare i termini di una delocalizzazione, che rischia di lasciare a casa 45 lavoratori su 74 in tutta Italia. Il 13 settembre i lavoratori si erano comunque impegnati a far partire i prodotti finiti a magazzino (66 generatori), in modo da preservare i clienti. “Però la trattativa non c’è stata” denuncia il sindacato dei metalmeccanici in un comunicato. “L’avvocato dell’azienda non si è nemmeno presentato. E l’amministratore unico, Marco Grimandi, ha preteso dai lavoratori la fine dello stato di agitazione, nonostante sia aperta la procedura per la mobilità, e ogni giorno le lettere di licenziamento siano sempre più vicine”. Secondo quando raccontano i delegati, Grimandi avrebbe anche fatto dietrofront rispetto a quanto promesso il mese scorso, mettendo “in discussione l’utilizzo della cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione”. I sindacati hanno annunciato lo sciopero, già a partire da oggi con un picchetto alla sede di via dei Mercanti per bloccare interamente l’attività dell’impresa.

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