Dal 7 al 20 ottobre la Fiat fermerà la produzione nello stabilimento di Melfi e metterà gli operai in cassa integrazione. La motivazione addotta dalla direzione sono i lavori di ristrutturazione per adeguare le linee alla produzione di due nuovi modelli (il Suv Jeep e la 500X). Circa cinquemila lavoratori della fabbrica lucana saranno dunque collocati in cassa integrazione. Occorre rammentare che sul futuro di Melfi pesa anche l’annuncio della Fiat che ha richiesto per lo stabilimento la cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione aziendale anche dal prossimo 11 febbraio al 31 dicembre 2014. Un provvedimento che non dovrebbe riguardare l’intera produzione, ma alternativamente, una delle due linee presenti nello stabilimento. I sindacati Cisl e Uil, a fronte di questo scenario mandano a dire “Basta con le letture politiche. A Melfi partono gli investimenti per la 500X e per il piccolo Suv marchio Jeep, che danno prospettive di lavoro” dice il segretario nazionale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano. Mentre la Uilm in una nota la butta sull’aumento dell’Iva affermando che “Poiché il trasporto su gomma in Italia la fa da padrone, per effetto degli aumenti delle spese di trasporto, aumenteranno anche tutti i prezzi dei beni. L ’aumento dell’Iva che si applica anche ai carburanti, attiverà un giro vizioso che farà aumentare ancora le merci, con l’effetto di aver distrutto centinaia di migliaia di posti di lavoro e di togliere speranza a chi è in cassa integrazione”. Con dei sindacati così cosa può temere la Fiat di Marchionne?
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