Sono ormai trascorsi dieci giorni dalla preventivata scadenza dei lavori della Commissione tecnica, costituita dalla Regione Lazio con l’obiettivo di riorganizzare tutta l’emergenza sanitaria (Dea, Pronto soccorso e 118) in ambito regionale.
“Da parte della Regione tutto tace – dichiara Cristina Girardet, della USB Lazio – mentre registriamo fermento tra le fila delle associazioni private, e dei loro sostenitori interni al 118, che si adoperano affinché l’attuale direzione ARES ratifichi la gara europea per l’affidamento ai privati del servizio di emergenza sanitaria, incluse ambulanze e personale”.
“La lottizzazione di questo prezioso servizio – prosegue Girardet – ormai avviato verso il fallimento dalle cattive gestioni che si sono succedute in questi anni, è già in corso. Lo dimostra la vicenda di Latina, dove la società privata Formia Soccorso, a fronte di ben 1.555.240 euro percepiti dall’ARES, lascia senza stipendio alcuni lavoratori; o dove la Heart Life, altra società privata, non paga gli infermieri a partita IVA nonostante abbia incassato 1.680.373 euro nel 2013”.
Avverte la sindacalista: “Con la gara europea in via di espletamento, e dopo anni di utilizzo dei privati ‘a chiamata’, l’attesa riorganizzazione rischia di arrivare dopo la riconferma degli stessi privati, che fino ad ora non hanno dato nessuna garanzia di affidabilità e qualità”.
“La privatizzazione del sistema di emergenza non è affatto un obbligo per l’ARES 118 ma una scelta degli amministratori – precisa Girardet – una caparbia volontà che non produce risparmi, calcolando che con le stesse cifre la Regione Lazio potrebbe avere lo stesso numero di ambulanze, superare il precariato, combattere il caporalato ed il lavoro nero, spendere meglio il denaro pubblico e rendere più efficaci le prestazioni”.
Conclude la rappresentante USB: “In tutto questo noi non ‘immaginiamo un nuovo inizio’, come prometteva lo slogan preelettorale di Zingaretti, ma piuttosto vediamo un disegno di continuità con i processi di privatizzazione che noi da sempre combattiamo”.
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