Unicoop Tirreno convoca un incontro a Roma per discutere del futuro degli ipermercati e degli esuberi: USB e la sua RSU ancora una volta esclusi.
Nella tarda serata di ieri siamo venuti a conoscenza della convocazione di un incontro azienda-sindacati per il prossimo 21 novembre, presso l’Hotel Metropole a Roma, con il seguente ordine del giorno:
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1) Situazione gestionale degli Ipermercati di Unicoop Tirreno;
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2) Illustrazione delle soluzioni atte a efficentare le strutture di vendita;
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3) Migrazione organizzativa al modello Superstore;
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4) Gestioni degli esuberi.
A tale incontro, la nostra organizzazione sindacale, la nostra Rsu dell’Iper di Livorno e le RSA di Roma e di Aprilia non sono state chiamate, nonostante gli ultimi eventi relativi all’intesa dello scorso 15 ottobre firmata sui trasferimenti dai territoriali e nonostante le nostre rimostranze, presentate anche durante l’incontro svoltosi all’Iper di Livorno lo scorso 6 novembre alla presenza delle Relazioni Sindacali Unicoop, che tra l’altro di fronte a noi hanno taciuto su questo incontro del 21. Crediamo che, appena due settimane prima, l’incontro fosse già stato calendarizzato, o quantomeno in programma, vista che l’importanza dei temi in oggetto non dovrebbe consentire una preparazione “dall’oggi al domani”.
All’Iper di Livorno abbiamo quindi consegnato subito una richiesta di ammissione alla trattativa, in ragione dei diritti spettanti alle Rappresentanze Sindacali Unitarie, precisando che ritenevamo di dover essere convocati direttamente, e non di vederci obbligati a redigere una richiesta di partecipazione dopo essere venuti a conoscenza dell’incontro per vie traverse. Stiamo valutando con i nostri legali le azioni da intraprendere per gli Iper del Lazio, dove abbiamo una diffusa e capillare rappresentanza.
Riteniamo che a rappresentare gli ipermercati in un incontro su argomenti così importanti (passaggio a Superstore, esuberi, et cetera) debbano esserci i delegati eletti dai lavoratori, altrimenti saremmo in presenza di una inammissibile esautorazione del diritto fondamentale di libertà e democrazia sindacale di tutti i dipendenti.
Appare evidente che discutere di esuberi con USB non è affatto comodo, quindi Unicoop sceglie controparti “morbide”, questo ormai non ci stupisce più, l’arroganza e la privazione dei diritti fondamentali dei lavoratori più che “a marchio coop” sembrerebbero quelli di un’azienda “a marchio onne“.
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