Non solo esplode la disoccupazione, ma aumentano anche i senza lavoro “cronici”
L’8 aprile l’INPS ha diffuso i dati relativi alla disoccupazione e alla cassa integrazione.
Titolo: cassa integrazione + 2.1 rispetto a marzo 2013. Disoccupazione: -4,7 rispetto a febbraio 2013.
Questa notizia, come tutti avete potuto constatare, è stata completamente rimossa dai grandi mezzi di comunicazione, dato che in questi tempi splendidi, illuminati di luce renziana, non si può oscurare la felicità dei cittadini e delle cittadine con notizie tristi e deprimenti.
Lo spread scende, ma a prezzo di 100 milioni di ore di cassa integrazione nel solo mese di marzo (+14%). Dato che la natura di questa cassa integrazione è per la maggioranza straordinaria o in deroga, l’utilizzo di questo ammortizzatore sociale anticipa di qualche tempo la disoccupazione. Non possiamo, quindi, che aspettarci un ulteriore e costante incremento esponenziale di cittadini/lavoratori che perderanno il lavoro nel breve periodo, che potrebbe farci sforare il 14 o il 15 % (sempre che i dati comunicati dall’ISTAT non siano…. edulcorati).
Il sospetto viene analizzando approfonditamente il comunicato dell’INPS. Si ricorda che dal 1 gennaio 2013 è entrata in vigore la riforma Fornero, con l’introduzione della nuova indennità di disoccupazione, ASPI e mini Aspi. INPS comunica che nel mese di febbraio le domande per percepire l’indennità di disoccupazione sono state poco meno di 90 mila (85.964) e 31595 quelle per la miniASPI. Ciò che colpisce è che vi è una diminuzione del 4.7%, quindi quasi del 5 % rispetto allo stesso mese del 2013.
Un profano potrebbe pensare ad un dato contrastante con quello dell’ISTAT che ha registrato un forte incremento dei disoccupati. Non è così. Anzi ,questo dato registra la drammaticità di una disoccupazione che diventa cronica e che non consente neppure di raggiungere i contributi minimi per avere il sussidio dell’INPS. Dato che per avere diritto alla mini Aspi occorre avere 13 settimane di lavoro nell’anno precedente (non parliamo dell’ASPI che ne chiede 52 di settimane lavorate nel biennio) , significa che ben il 5 % dei disoccupati non ha trovato neppure un lavoretto di 13 settimane in un anno per avere questo piccolo sussidio.
Meno male che Renzi ci darà ancora flessibilità per trovare “il lavoro che non c’è” .
Questa è la vera notizia dei dati INPS relativi a febbraio 2014.
Macelleria sociale nascosta e cancellata dalla disinformazione di massa e da un sistema politico cooptato dal sistema finanziario. Anche questi dati parlano della deriva autoritaria che è in atto nel nostro paese. A noi il compito di dare energia e guida a questo disagio oggi vissuto nella solitudine.
“Seconda a destra” indicava la canzone per cercare l’isola che non c’è.
Forse, una volta tanto, occorrerebbe imboccare la “Prima a sinistra” per trovare una risposta a problemi veri e per avere almeno una speranza di non finire nel baratro.
Maurizio Scarpa
* Iscritto USB – Ex vicepresidente del Direttivo Naizonale della Cgil
Rovereto 15 aprile 2014
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andrea
in relazione alle difficoltà incontrate da migliaia di persone per fruizione del miniaspi, ricordo che un’altra categoria sociale, quella dei detenuti, è in buona parte esclusa anche da questa forma di indennità minima. La questione verte sull’ostacolo delle 198 euro settimanali quale stipendio minimo, settimanale, come requisito per accedere al miniaspi, soglia insormontabile per la stragrande maggioranza dei detenuti che lavorano, con contratto a tempo determinato, all’interno del carcere. per loro, spesso e volentieri, le 198 euro risultano lo stipendio mensile.
saluti, andrea