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Leonardi (Usb). “Il dimezzamento di permessi e distacchi è ininfluente sui conti pubblici”

“Sfruttando sapientemente la distanza siderale fra CGIL-CISL-UIL ed lavoratori e i loro bisogni, determinata soprattutto nel corso degli ultimi decenni della concertazione e della complicità, il Governo della disoccupazione ai massimi storici e della recessione getta in pasto all’opinione pubblica il dimezzamento dei permessi e dei distacchi sindacali quale panacea per i conti del Paese”, osserva Pierpaolo Leonardi, dell’Esecutivo Confederale USB. “Una ghiotta notizia ‘anticasta’ – prosegue il sindacalista – che si lancia alla gente affamata di lavoro, di salario, di reddito, di casa, di contratto, per rilanciare un’immagine di ‘governo del fare’, anche quando quel fare non sposta di una virgola la situazione materiale dei lavoratori e del Paese”. “Ma ovviamente il problema non è questo. La prospettiva – evidenzia Leonardi – è quella di un Paese in cui si deve arrivare quanto prima a fare a meno dei corpi intermedi, in cui il sindacato non sia definitivamente più lo strumento collettivo di cui i lavoratori si dotano per essere più forti nel difendersi e pretendere diritti, ma un mezzo di totale condivisione ed accompagnamento degli interessi del capitale”. Il dirigente USB ci tiene però a precisare: “L’idea di sindacato che emerge dai molti interventi, non solo di carattere legislativo quanto soprattutto di carattere politico attraverso le continue dichiarazioni e gli sberleffi di Renzi, è quella di una cislizzazione completa del movimento sindacale italiano, cioè un sindacalismo cogestionario, che vive non del consenso, e quindi delle adesioni dei lavoratori, ma della partecipazione ai destini di impresa. Per intenderci, il modello americano e in parte tedesco di sindacato, presente nei consigli di amministrazione delle aziende per condividere le scelte di riorganizzazione e farle ingoiare agli operai; presente nella gestione dei fondi pensione, dopo aver definitivamente smantellato la previdenza pubblica, insomma, fuori dal conflitto ed anzi contro il conflitto”.

 

“Piegare il sindacato che resiste a questa prospettiva è il compito che si è dato questo Governo – attacca Leonardi – e la riduzione delle agibilità negli uffici e nelle scuole, là dove si è principalmente organizzato negli ultimi decenni il sindacalismo conflittuale, sta esattamente in questo progetto”.

 

“Anche l’USB dovrà quindi ridurre del 50% il proprio striminzito pacchetto di agibilità. Abbiamo già deciso che questo riguarderà tutti, dai membri dell’esecutivo confederale ai delegati territoriali, certi che la militanza sarà in grado di supplire alla sottrazione di tempo e di risorse da dedicare alle lotte e all’organizzazione e che la crescita esponenziale di iscritti e di consenso che stiamo avendo saprà presto riportarci quantomeno alla situazione pre-taglio. E’ una sfida per rafforzare la prospettiva del sindacato di classe, è una battaglia che siamo convinti di poter combattere e vincere”, conclude Leonardi.

 

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