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“Cacerolazo” dei ricercatori sotto il ministero della funzione pubblica

Domani i ricercatori saranno in piazza, buttano gli strumenti di lavoro e imbracciano gli attrezzi della protesta con una manifestazione-cacerolazo sotto il ministero della Funzione Pubblica alle ore 10.30. “Renzi e Madia vogliono chiudere la Ricerca Pubblica, ormai è evidente”, esordisce  Cristiano Fiorentini, dell’Esecutivo Nazionale dell’USB P.I. “Questo è un Governo che ha sposato le politiche antipolari e antidemocratiche della UE e smantella tutto ciò che è pubblico, compresa la Ricerca”.

 “Dopo la riforma annunciata, stiamo assistendo ad una riforma di fatto della Ricerca Pubblica. Renzi – precisa Fiorentini – sta completando il lavoro iniziato da Berlusconi, a partire dal vecchio progetto di Sacconi di eliminare l’ISFOL, ente che controlla e vigila sule politiche del lavoro. Ma ad oggi in sofferenza ci sono tantissimi enti, come CRA, ISS, ISPRA, ENEA, soprattutto a causa della spending review che è intervenuta pesantemente sui già insufficienti bilanci degli enti pubblici di ricerca”.

 “Da anni l’USB sostiene la necessità di una riforma degli EPR, che affronti i temi del precariato, della governance, dei finanziamenti e dell’ordinamento. Con un piccolo investimento si potrebbe ottenere un grande risultato – evidenzia il dirigente USB – ma Renzi ha altri obbiettivi,  come ridurre ad agenzia gli enti cosiddetti strumentali, che svolgono anche importanti compiti di controllo, e regalare ai padroni gli enti più dedicati all’innovazione tecnologica, come CNR, INFN o INGV”.

“L’operazione del Governo produrrà una perdita del posto di lavoro per migliaia di lavoratori precari e di competenze e professionalità per il Paese. Noi intendiamo opporci a tutto questo e, dopo lo sciopero generale del 24 ottobre, chiamiamo alla mobilitazione tutti i lavoratori del settore, precari o di ruolo, invitandoli a partecipare alla giornata nazionale di lotta di  domani, 14 novembre, buttando davanti al Ministero gli strumenti di lavoro, come provette, microscopi e computer, e prendendo in mano gli attrezzi della protesta per dare vita a un cacerolazo sotto le finestre del Ministro Madia, la quale tanta visibilità ottenne sfruttando le lotte dei precari della Ricerca”, conclude Fiorentini.

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