Aggiornamento. Momenti di tensione oggi a Roma, davanti al centro Congressi Cavour di via Cavour 50A, dove i tanti lavoratori Mediaworld in presidio con l’USB hanno tentato di entrare nella sala dove la multinazionale tedesca sta discutendo del futuro occupazionale di circa 8.000 dipendenti soltanto con i sindacati a lei graditi. Al momento è in corso una trattativa per ottenere la partecipazione al tavolo di una delegazione USB, sindacato che in Mediaworld conta numerosi iscritti.
L’USB chiede garanzie per tutti gli addetti ed una revisione del piano aziendale, che da un lato progetta nuove aperture dal nord al sud del Paese, mentre dall’altro dichiara chiusure che mettono a rischio 906 posti di lavoro.
Dopo aver protestato di recente a Bologna, i lavoratori MediaWorld saranno in presidio oggi 26 maggio a Roma, dalle ore 10.00, davanti al Centro Congressi Cavour, in via Cavour 50/A, dove prosegue la trattativa sul futuro occupazionale di circa 8.000 dipendenti. Al tavolo l’azienda ha ammesso soltanto i sindacati a lei graditi. L’USB chiede garanzie per tutti gli addetti e che la trattativa non avvenga più nelle segrete stanze, ma partecipata da tutte le organizzazioni sindacali presenti in MediaWorld. Al presidio è prevista una massiccia partecipazione dei lavoratori MediaWorld, supportati anche da rappresentanze dei lavoratori Gucci, impegnati nella lotta per la democrazia sindacale.
MediaWorld, catena di elettronica di consumo leader del mercato europeo, ha annunciato la chiusura di 7 punti vendita sul territorio nazionale (Nola, Napoli, Roma, Genova, Milano, Beinasco e Settimo Milanese), mettendo a rischio 906 posti di lavoro. Mentre da un lato progetta nuove aperture dal nord al sud del Paese, dall’altro MediaWorld dichiara chiusure ed esuberi che impatteranno sulle condizioni materiali di donne e uomini a cui si prospetta un futuro di disoccupazione.
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