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Roma. “La classe politica che ha governato la città merita di essere mandata a casa”

A seguito di quanto è stato reso noto dai mezzi di informazione in merito all’incontro fra il Prefetto di Roma, Franco Gabrielli, ed il Procuratore Capo della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, l’USB di Roma Capitale ha scritto al Prefetto Gabrielli in merito alla ventilata ipotesi di non sciogliere l’Assemblea Capitolina, ma di intervenire con una operazione “chirurgica” sui i centri o le singole personalità dedite al malaffare.

“Gradiremmo comunque renderla partecipe del fatto che ciò non corrisponde affatto al sentire comune – scrive l’USB – né della cittadinanza, né dei lavoratori dell’ente”, in primo luogo perché laddove siano evidenti forti indizi a carico dei dirigenti, legittimati dal percorso giudiziario, questi “debbano essere sospesi dagli incarichi così come accaduto in molte situazioni analoghe”.

“Ma quello che temiamo soprattutto deriva dall’atteggiamento assolutorio nei confronti della classe politica di questa città – a causa della quale, prosegue la lettera – i lavoratori dell’ente stanno pagando un prezzo pesante, in termini di salario, e i cittadini forse anche più pesante in termini di servizi, per le scelte politiche sbagliate”.

Precisa l’USB: “Per aver scelto, accettando la logica dello spoil system, dirigenti per mandato fiduciario e non sempre competenti o adeguati  al compito loro affidato;  per averli giustificati e tutelati rispetto alle loro negligenze; per averli ricoperti di ogni sorta di gratifica o di premio abbassando l’asticella dei risultati attesi. Per non aver visto, tranne dopo l’intervento dell’autorità giudiziaria, le nefandezze che si compivano (punti verdi qualità, operazione “Mondo di Mezzo”, operazione “Vitruvio”, etc.); per non aver dato mai ascolto ai dipendenti costretti a piegare la testa di fronte alla ‘volontà politica’ imposta, o ai  cittadini, che segnalavano scelte evidentemente sbagliate e costose, come con l’esternalizzazione di servizi, sebbene questi fossero già svolti da personale dell’ente”.

“Ecco signor Prefetto, per tutto questo la classe politica di questa città ha una altissima responsabilità morale e merita di essere mandata a casa, quale che sia l’esito giudiziario”, si conclude la lettera, riportando in calce le parole scritte oltre 40 anni fa da Pier Paolo Pasolini: “Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi. Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero.

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