Da oltre un mese va avanti la lotta dei lavoratori USB dello stabilimento GLS di Piacenza per il reintegro degli otto lavoratori licenziati dalla SEAM Srl (azienda che ha in appalto i servizi logistici nel magazzino) e per la stabilità del posto di lavoro di 37 dipendenti con contratti a termine, lavoratori che ad oggi sono stati lasciati a casa senza una reale contrazione dell’attività lavorativa.
La riuscita manifestazione “Schiavi Mai” tenutasi a Piacenza lo scorso fine gennaio, partecipata da centinaia di lavoratori e solidali, ha denunciato il sistema di sfruttamento e precarietà dei lavoratori come strumento di controllo nei confronti di chi rivendica condizioni di lavoro dignitose e non intende abbassare la testa di fronte ai ricatti padronali.
Pochi giorni dopo il corteo, abbiamo ottenuto un incontro in Prefettura a Piacenza alla presenza dei rappresentanti di SEAM Srl, davanti ai quali è stata ribadita la richiesta di reintegro dei lavoratori licenziati, da anni impegnati nella lotta per i diritti di tutti, la stabilità del posto di lavoro ed il riconoscimento dei diritti sindacali.
In questa sede, SEAM Srl si è impegnata ad incontrare da li a pochi giorni la USB per aprire un tavolo di trattativa sulle rivendicazioni, con la presenza della committente GLS. La convocazione è arrivata per mercoledì 17 febbraio nella quale il committente e appaltatore davano espressa disponibilità alla trattativa che nei fatti però non si è verificata.
L’incontro, svoltosi con la sola presenza dei rappresentanti di SEAM del magazzino di Piacenza che non avevano alcuna ruolo in merito alle richieste avanzate da USB, ha svelato di fatto la mancanza di volontà e la totale chiusura rispetto alle rivendicazioni dei lavoratori del magazzino GLS.
Ancora una volta, in un contesto generale di smantellamento dei diritti dei lavoratori, le aziende approfittano degli strumenti di precarietà e sfruttamento a loro disposizione per calpestare la dignità e i diritti di tutti i lavoratori, punendoli con la minaccia di licenziamento quando non intendo abbassare la testa davanti alle ingiustizie padronali.
Anche ieri però, i lavoratori non si sono fatti intimidire dal muro alzato da GLS e SEAM: circa 80 dipendenti della GLS e solidali hanno dato un segnale forte a chi continua a lucrare spietatamente sulla pelle dei lavoratori e li getta via quando non fanno più comodo alle aziende.
E’ stato bloccato il magazzino GLS di Crespellano (BO) al fine di ottenere un incontro reale e non di facciata, alla presenza di tutte le parti, che prenda seriamente in considerazione le rivendicazioni più volte ribadite da USB. Il blocco, iniziato intorno alle 22,30 di mercoledì 17 febbraio ha resistito per otto ore con la determinazione di coloro che non si arrendono di fronte ai soprusi dei padroni che vogliono solo schiavi nel posto di lavoro.
Alla richiesta avanzata durante la notte di un confronto con i vertici della GLS, i responsabili del magazzino hanno in un primo momento temporeggiato e successivamente espresso la mancata disponibilità al tavolo di trattativa e a prendere posizione sui licenziamenti e sulle condizioni precarie dei dipendenti. A dimostrazione di ciò, i responsabili GLS hanno subito convocato presso lo stabilimento di Crespellano i rappresentati di SEAM Srl, ma ancora una volta le due aziende hanno mostrato chiusura alla richiesta di incontro.
Davanti al rigetto ad aprire una trattativa da parte di GLS e SEAM, responsabili entrambe rispetto a quanto avvenuto nel magazzino di Piacenza, USB non ha intenzione di arrendersi e di indietreggiare di un passo.
I lavoratori insieme all’Unione Sindacale di Base proseguiranno infatti con la mobilitazione contro un sistema di ricatto, sfruttamento e precarietà e per la difesa dei licenziati, la dignità ed i diritti di tutti i lavoratori.
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