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“Perchè lascio la Cgil e vado con l’Usb”

LASCIARE una organizzazione,un gruppo,un luogo dove hai militato,dove hai impegnato tutto te stesso , per una causa che ritenevi e ritieni giusta, lascia un segno indelebile nella storia personale di chi è costretto, da circostanze prettamente oggettive,a questo abbandono.

E’quello che è successo a me – decisione maturata durante l’estate – con l’ uscita dalla Cgil,precisamente dalla Filcams-Cgil di Catania. Per circa un anno ,la segreteria provinciale della Filcams-Cgil ha ignorato totalmente qualsiasi richiesta di incontro sollecitata dai lavoratori precari – di cui io faccio parte – del Lido dei Ciclopi,parte integra dell’azienda “Gli Ulivi Srl”, azienda catanese confiscata alla mafia ,confisca irrevocabile, azienda sottoposta al controllo gestionale dell’ “Agenzia nazionale dei beni confiscati alla criminalità organizzata”, attraverso un vero e proprio CdA. L’assoluto silenzio della Filcams-Cgil, ha lasciato, questi lavoratori “al buio”: per esempio,ad oggi,nessuno ha mai conosciuto il Piano industriale aziendale del CdA di questa azienda confiscata alla mafia! I lavoratori,praticamente,ingabbiati ,dalla Cgil,nel nulla che avanza…

OVVIAMENTE,tutto questo,ha causato ,in molti dei lavoratori precari (alias stagionali),un senso di sfiducia totale nei confronti del sindacato, e la inconsapevole – consapevolezza che non c’è nulla da fare… “Semu carni di macellu ”… la traduzione , penso, che non è necessaria.

CON questi lavoratori ho condiviso e condivido totalmente la loro rabbia, mista a tanta delusione,ma non ho condiviso e non condivido la loro “inconsapevole – consapevolezza che non c’è nulla da fare …”. Consapevole della verità oggettiva, che SOLO LA LOTTA PAGA,ho fatto,inizialmente, da solo, il passo che mi ha condotto fuori dalla Cgil. Fuori dalla Cgil , non è stata solo una scelta legata al nullismo della Filcmas.

“FUORI dalla Cgil” , la mia è stata anche una scelta politica. Una scelta politica nei confronti di un sindacato sempre più capitolazionista e collaborazionista nei confronti delle politiche antisociali e antidemocratiche del governo Renzi-Alfano,in buona compagnia con Cisl,Uil e cespugli e cespuglietti “autonomi”: l’’ultima,in ordine cronologico,la rapina delle pensioni, a favore delle banche e delle assicurazioni. 
INTANTO,seguivo da tempo le attività nazionali dell’USB- Unione Sindacale di Base,organizzazione sindacale della classe lavoratrice,che si pone come “alternativa necessaria” al trio Cgil,Cisl,Uil. Da catanese, ho seguito le costanti attività di lotta della locale USB-Scuola, che,assieme ai compagni delle altre città siciliane, è stata capace di organizzare,in piena estate,le docenti e i docenti vittime della “Buona Scuola” renziana,in presidi e proteste. Esempi di un sindacalismo “del fare”, e non solo “del dire”.

QUINDI , una volta fuori dalla Cgil,la mia adesione all’USB è stata politicamente fisiologica,adesione ad un sindacato che qualifico, e si qualifica ,come IL SINDACATO DEI LAVORATORI,dove gli stessi lavoratori,all’interno di una struttura organizzata, siamo sindacalisti di noi stessi . Oserei definire l’USB un “sindacato di classe diffuso”.

ADESSO,quasi tutti i precari del Lido dei Ciclopi non rinnoveranno l’iscrizione alla Cgil,e qualcuno di loro ha espresso una sostanziale adesione “di vicinanza” nei confronti dell’USB. E’ non è cosa da poco,in un luogo di lavoro,dove la sindacalizzazione dei lavoratori era totalmente assente fino a qualche anno fa. 
CONFESSO, che mi resta, quasi, un senso di colpa. Quello di aver perso tanto tempo prezioso,il mio e quello dei miei fratelli e compagni lavoratori,nel sindacato giallo.

Ma,il conflitto sociale in corso impone scelte e determinazione. E questo conflitto,noi lavoratori, disoccupati, pensionati, assieme alle sorelle e i fratelli migranti, non possiamo delegare a nessuno,perché “NOI SIAMO IL CONFLITTO!”. Un processo di lotta di classe,contro un profitto sempre più criminoso e sfruttatore. Una Rivoluzione in cammino.

“RIVOLUZIONE”, a te dedico queste righe.

Orazio Vasta,1 ottobre 2016,Catania.

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