Lotta, internazionalismo, unità. Con queste parole d’ordine la Federazione Sindacale Mondiale ha aperto ieri il suo 17esimo congresso a Durban, in Sud africa. Un congresso che non vive di formalità burocratiche ma che si impegna a tener assieme i numeri di una crescita importante per la federazione. Sono diverse infatti le organizzazioni sindacali o di categoria che partecipano per la prima volta al congresso generale a conferma che, oltre ad essere la più longeva organizzazione sindacale internazionale, la Wftu è all’avanguardia nel saper rispondere ai bisogni e alle aspettative di milioni di lavoratori. Sono 1200 i delegati sindacali presenti in rappresentanza di 111 diversi paesi di 5 continenti. Rappresentano decine di organizzazioni e quasi 95 milioni di lavoratori.
Decine sono stati gli interventi durante la prima giornata del congresso che proseguirà nella città Sudafricana fino a sabato 8 ottobre. Già nell’apertura con il saluto alle delegazioni del segretario del COSATU, la maggior centrale sindacale sudafricana, il congresso si è dimostrato un evento straordinario, capace di essere di per sé una risposta di classe e internazionalista all’accentuarsi dell’attacco del capitalismo in crisi alle condizioni di vita e lavoro di migliaia di proletari. A ricordare la storia importante del Wftu e il ruolo che ha avuto in momenti fondamentali della storia recente è intervenuto Jacob Zuma, presidente della repubblica del Sud Africa e protagonista con Nelson Mandela, Oliver Tambo e decine di altri militanti della lotta di liberazione sudafricana contro il regime della supremazia bianca.
Il ruolo del sindacato sudafricano, sostenuto dal Wftu, è stato infatti fondamentale nell’organizzazione quotidiana della resistenza tra i lavoratori.
A dimostrare il ruolo fondamentale che il sindacato ha avuto nella lotta contro l’apartheid, e che oggi ha nella costruzione di un nuovo Sud Africa, ci sono le decine di delegate e delegati sudafricani. Si sono fatti sentire durante tutta la prima assemblea plenaria del congresso salutando con canti, balli e applausi gli interventi dei loro dirigenti e delle organizzazioni sorelle.
Non sono solo i sudafricani a riempire di voci, lingue e colori il meeting. Per le delegazioni occidentali non c’è altro da fare se non prendere atto che nella federazione mondiale rappresentano una minoranza. Il baricentro produttivo del capitalismo si è spostato progressivamente, negli ultimi decenni, fuori dai centri imperialisti. Questa riconfigurazione del capitale ha dato sempre maggior importanza alle organizzazioni sindacali della ormai ex periferia e la composizione del Wftu lo dimostra.
Proprio il tema delle trasformazioni del sistema capitalistico è stato al centro anche dell’intervento del segretario generale del Wftu Mavrikos. Analizzando la situazione internazionale, le trasformazioni delle filiere produttive, la tendenza alla guerra che ha prodotto decine di aggressioni imperialiste negli ultimi anni Mavrikos ha sostenuto la necessità dell’adeguamento alla fase dell’azione sindacale. Di fronte allo scenario di profonda regressione che si prospetta, il sindacato non può solo essere strumento di rivendicazione particolare ma deve anche saper orientare i lavoratori per sottrarli all’influenza ideologica e politica di una borghesia imperialista che usa ogni strumento per dividere i fratelli di classe. Ecco che alla necessità di rispondere al fenomeno migratorio aprendo le porte dei sindacati ai migranti e ai rifugiati, accogliendoli e organizzandoli rifiutando ogni argomentazione xenofoba e reazionaria il segretario generale affianca la necessità per il sindacalismo del futuro di dotarsi si strumenti di intervento che permettano di organizzare quei settori di classe caratterizzati da precarietà, disoccupazione ed esclusione.
Mavrikos ha infine sottolineato il ruolo fondamentale che l’internazionalismo deve avere per le organizzazioni aderenti al Wftu. Se infatti é solo il piano d organizzazione internazionale a poter dotare la classe degli strumenti adeguati per poter rispondere all’attacco del capitale internazionale, l’internazionalismo è un valore imprescindibile per ogni proletariato.
La prima giornata ha dato spazio a decine di altri interventi, dai compagni della CTB brasiliana impegnati nel contrastate il golpe istituzionale contro il governo di Dilma Rousseff all’intervento di Pierpaolo Leonardi (dell’Unione Sindacale di Base) in rappresentanza della Federazione Internazionale dei dipendenti pubblici, fino alla presa di parola dei giovanissimi sindacalisti indonesiani impegnati nella costruzione del sindacato in un paese dove la repressione reclude decine di attivisti.
I prossimi giorni saranno fondamentali per definire e progettare l’attività della federazione nei prossimi anni, dovendo discutere degli obiettivi da raggiungere da qui al prossimo congresso, ma fin da subito sembra non ci sia spazio per inattività.
Da Durban – Redazione Contropiano
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