Ieri pomeriggio, davanti la sede dell’Istituto Nazionale di Astrofisica a Monte Mario, si è svolta l’iniziativa dei precari INAF organizzati da USB, durante la quale è stato presentato il ruolo centrale che hanno i precari nella ricerca portata avanti dall’Ente.
E’ stato un bel momento di divulgazione e condivisione delle problematiche che la Ricerca Pubblica in generale incontra in Italia e, più in particolare, di quanta e quale importantissima parte del lavoro che porta l’Italia ad eccellere nel campo della ricerca spaziale viene assicurata dal lavoro dei ricercatori e tecnici precari.
Forte, quindi, la denuncia della situazione attuale in INAF rispetto alle stabilizzazioni rese possibili dalla norma “Madia” e dalle iniziative di lotta dei lavoratori: in questa fase, l’Istituto sta discriminando categorie diverse di personale, investendo meno fondi di quelli necessari con il rischio di prossimi licenziamenti.
Mentre, infatti, le norme ‘Madia’ e un massiccio investimento governativo (4,5 mln di euro) permetterebbero già, insieme ai fondi dell’ente, circa 300 assunzioni, l’INAF dietro argomentazioni speciose intenderebbe stabilizzare solo un terzo dei precari e non ha nessuna intenzione di mettere in campo tutti gli strumenti per ‘blindare’ i circa 350 precari storici.
Questo Piano assunzionale inaccettabile doveva arrivare stamattina, 20 giugno, sul tavolo del consiglio di amministrazione dell’ente. Nel corso dell’iniziativa di ieri, il Presidente Prof. D’Amico, fermandosi brevemente con i partecipanti, ha invece ufficializzato il rinvio al 4 luglio del CdA sul piano assunzionale, dichiarando che si stanno effettuando “ulteriori verifiche ed approfondimenti”.
Chiediamo con forza che anche l’INAF segua la strada aperta dagli altri Enti di Ricerca dove USB ha guidato le stabilizzazioni, che si sono compiute o si stanno realizzando: ISS, ISTAT, ISPRA, INAPP e, in questi giorni, il CREA, che ha proprio oggi emesso i bandi per la stabilizzazione dei “comma 1” (inclusi quelli “da circolare”) e per le selezioni riservate ai “comma 2”. Aggiungiamo anche il recente pronunciamento del CdA dell’INDIRE, che va a chiudere il precariato nel proprio Ente, nella maniera indicata da USB.
Chiaramente, la mobilitazione sta funzionando, ma USB non considera rassicuranti le parole del Prof. D’Amico. USB chiede che l’INAF metta in campo tutte le risorse per la stabilizzazione, con applicazione di tutte le circolari emesse dal Dip. della Funzione Pubblica e sulla base di un piano di almeno 300 assunzioni, predisponga strumenti che non mettano in competizione le diverse categorie di precari e portino alla conversione a contratti a Tempo Determinato di tutti i borsisti anziani.
Questi sono i precisi requisiti per interrompere la mobilitazione che i Precari dell’INAF ed USB porteranno in tutte le sedi necessarie.
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