Siamo al secondo anno di vigenza del contratto nazionale dei metalmeccanici e, in base a quanto previsto e sottoscritto da Fim e Fiom, non ci sono aumenti contrattuali che pesano su TFR e contributi, Confindustria ringrazia!
Landini per la Fiom, Bentivogli per la Fim e Palombella per l’Uilm si accordarono con Confindustria per un adeguamento salariale legato al coefficiente IPCA (indice di calcolo dell’inflazione depurato dai prezzi dei combustibili importati) calcolato ex post a giugno di ogni anno. Un aumento pari a poche decine di euro, che in presenza di aumenti individuali e collettivi, lo stesso contratto nazionale prevede che siano riassorbiti, ossia non erogati .
Il grande business del salario in natura
Dopo gli sgravi fiscali per le imprese, i fondi per l’industria 4.0, l’allora Governo Renzi ha inserito nella Legge di Stabilità (ex-Finanziaria) un ulteriore aiuto agli imprenditori: la defiscalizzazione degli aumenti contrattuali, a patto che questi fossero legati all’erogazione di beni e servizi, ossia buoni spesa per cifre che cumulativamente non superino i 258 € l’anno.
Così nel giro di pochi giorni sono comparse dal nulla piattaforme e-commerce che indicano obbligatoriamente ai lavoratori metalmeccanici come e con chi possono spendere buoni spesa di 100€ nel 2017, 150 € nel 2018 e 200€ nel 2019. L’effetto di questo modello contrattuale è molteplice; la perdita di funzione del contratto nazionale, il blocco sostanziale dei salari, la riduzione dei contributi previdenziali, il lavoro per una sua parte non più quantizzato in salario.
FIM, FIOM, UILM e Confindustria dilettanti allo sbaraglio o peggio?
Ignorando colpevolmente che l’anno fiscale va da gennaio a dicembre, il contratto siglato riporta genericamente che si può accedere ai buoni spesa entro l’1 giugno dell’anno successivo.
Molti metalmeccanici che hanno speso i voucher di 100 € spettanti nel 2017 entro giugno di quest’anno, stanno scoprendo che i 150 € di bonus non possono spenderli nel 2018 in beni materiali, perché altrimenti sforerebbe il limite di detassazione.
La fregatura si nasconde nei dettagli
L’articolo 51 del TUIR (Testo Unico Imposte sui Redditi) cui si rifà il CCNL dei metalmeccanici sottoscritto da FIM, FIOM, UILM stabilisce al comma 2 che i bonus legati all’erogazione di servizi non hanno limiti di detassazione. Diversamente il comma 3 fissa per i beni materiali il vincolo dei 258 € di spesa massima nell’anno fiscale . Oltre alla complice ignoranza dei firmatari, è significativo che a darne comunicazione ai lavoratori, non siano state le aziende di Confindustria, o Landini, Bentivoglio e Palombella ma il blocco inserito dalle piattaforme E-commerce.
Metà …salute
La sanità privata inserita nel rinnovo contrattuale con Metasalute, vede la multinazionale RBM gestire insieme a FIM, FIOM, UILM e Confindustria le quote di centinaia di migliaia di metalmeccanici. Com’era prevedibile dovendo fare utili, Metasalute non può rispondere all’aspettativa di tutela e qualità vantate. Riteniamo contrario agli interessi dei lavoratori e più in generale del paese, la scelta operata da CGIL, CISL e UIL di concorrere ad attaccare lo stato sociale e il Servizio sanitario nazionale. È utile ricordare che il Servizio sanitario nazionale gratuito per tutti è una conquista relativamente recente, non è un caso che sia stato sempre avversato, dequalificato, saccheggiato e tagliato dagli stessi sostenitori dell’impresa sanitaria privata.
L’USB continua a denunciare il CCNL metalmeccanici di Confindustria come il peggior contratto della storia del movimento sindacale in Italia e i fatti ci stanno dando ragione. C’è bisogno di contratti che portino aumenti di salari reali e diritti, rilanciando l’azione sindacale generale a difesa della previdenza e della sanità pubblica.
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