Lo scorso 10 ottobre abbiamo incontrato presso il ministero dello Sviluppo economico la direzione aziendale Sirti.
Il management ha illustrato il conto economico del 2017, le prospettive industriali ed occupazionali del prossimo periodo.
Tutti gli indicatori, ad eccezione del risultato di esercizio che si chiude in rosso per 6.2 milioni di euro, sono in crescita rispetto al bilancio del 2016.
Ciò significa che dal punto di vista industriale e commerciale la Sirti è un’impresa sana ed efficiente mentre continua a pesare sul risultato finale l’indebitamento netto del gruppo che si attesta a 286 milioni di euro, gli investimenti realizzati e le risorse spese per licenziare lavoratori meno giovani con il cosiddetto “piano di ringiovanimento”concordato da Fim Fiom Uilm con l’azienda.
Per quanto riguarda la situazione dal punto di vista dei volumi produttivi Sirti conferma le preoccupazioni di un mercato basato su una competizione che, come sappiamo, è fondata sul tasso di sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori.
Tuttavia la stessa è fortemente impegnata nell’accaparrarsi quote OPEN FYBER a fronte del calo inevitabile delle reti tradizionali e nel tentativo di operare anche con altri gestori oltre a TIM, con la quale sta perfezionando il cosiddetto “Contrattone”.
Le divisioni Trasporti, Energia registrano un trend di crescita e recupero quote positivo.
Quello che azienda, FIM FIOM UILM non dicono
Il prossimo 30 novembre scade il piano di licenziamenti volontari incentivati che ha visto uscire dal lavoro 159 dipendenti, meno del massimo preventivato di 234.
Per il management Sirti devono uscirne altre 50-60 e in più prevedono di fare un’ulteriore procedura di licenziamento collettivo.
I conti non tornano
È evidente che l’azienda non ha alcuna intenzione di pareggiare le uscite con nuove assunzioni. Il largo uso del lavoro precario, dell’appalto e le pesanti condizioni imposte dall’ultimo contratto integrativo le consentono di ridurre senza grandi problemi il numero dei dipendenti.
In cambio dei licenziamenti, ai firmatari del contratto aziendale a perdere è stata concessa qualche stabilizzazione di precari e qualche assunzione ex novo.
Il laconico comunicato di Fim Fiom Uilm, omettendo completamente di affrontare il tema impellente delle condizioni di lavoro e del generale malessere dei lavoratori Sirti, chiede con toni assai dimessi di non procedere a una nuova procedura di licenziamenti per la ragione che il saldo usciti-entrati è negativo.
In sostanza Sirti dice che ne sono usciti pochi, rispetto a quelli che voleva, e FIM FIOM UILM dicono che ne sono usciti abbastanza. Il trionfo dell’ipocrisia!
La verità è che quello che ipocritamente chiamano “piano di ringiovanimento” è in realtà un processo di snellimento dell’azienda e di aggravio di carichi e ritmi sui lavoratori che restano.
Tutto ciò avviene grazie all’imposizione di un contratto che ha consegnato all’azienda un potere assoluto nel governo dei rapporti di lavoro.
PER USB OCCORRE APRIRE UNA BATTAGLIA PER IMPORRE DIVERSE CONDIZIONI DI LAVORO
Salario, orario e diritti non sono merce da scambiare ma principi e pratiche su cui non si può venire meno.
Sirti sta operando una perenne ristrutturazione aziendale, fatta di licenziamenti, blocco salariale, peggioramento delle condizioni di lavoro, lo fa in maniera soft e condivisa preventivamente con Fim Fiom Uilm ma la sostanza non cambia. Siamo contrari a un nuovo piano di licenziamenti e vogliamo aprire la discussione sulle pesanti conseguenze del contratto aziendale per chi lavora in Sirti.
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