Stanno arrivando in questi giorni, ai lavoratori AMT, le lettere dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro con la comunicazione delle multe comminate per le cinque giornate di mobilitazione nell’autunno del 2013. Le multe, per interruzione di pubblico servizio, arrivano complessivamente a circa 3 milioni di euro.
Vogliamo dirlo subito: siamo solidali con i lavoratori e parteciperemo a qualunque azione si voglia mettere in atto per aiutarli a pagare la multa o eventuali spese legali. La nostra solidarietà non è puramente ideologica o di parte, ma si basa su alcune considerazioni che vogliamo condividere con voi.
Il servizio di trasporto pubblico a Genova, gestito da AMT, Società per Azioni controllata a maggioranza dal Comune di Genova, è pesantemente insufficiente, molti utenti possono essere testimoni di varie interruzioni del servizio dovute a guasti, cancellazioni di linee, ingorghi di traffico, diminuzione del servizio nei mesi estivi. Vorremmo sapere quante multe per interruzione di pubblico servizio sono state comunicate ai vertici aziendali, ed ai soci, per la mancata manutenzione dei mezzi, la carenza di personale, la cancellazione delle corsie preferenziali e di intere linee di trasporto, tutti fatti che creano non pochi disagi agli abitanti che vedono così ridotto il loro diritto alla mobilità.
Lo sciopero venne indetto non per ottenere un aumento salariale ma per difendere un servizio pubblico che rischiava (e rischia) di essere svenduto ai privati con conseguente cancellazione delle linee meno frequentate e aumento della tariffe. Per questo motivo quello sciopero incontrò il sostegno di molte Associazioni, Comitati e singoli cittadini che ben sanno quanto il pubblico servizio di trasporto non sia garantito.
Il diritto allo sciopero deve essere garantito, sempre, ed è evidente che questa è la punizione per non aver voluto abbassare la testa.
Da quando è crollato il ponte Morandi i dipendenti AMT lavorano in condizioni di disagio e con grande dedizione, dovendo far fronte alle pesanti carenze organizzative e strutturali dell’Azienda e alla mancanza di fondi che non sarà risolta neanche con il decreto Genova. Anzi, il decreto promette di sottrarre fondi destinati al rinnovo contrattuale per recuperare un po’ di denaro dal fondo del barile.
Per quanto sopra siamo pronti a fare la nostra parte, ma siamo certi che qualche giudice troverà il modo di dividere la multa in comode piccole rate da pagare in circa 80 anni.
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