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In vendita anche la Comau, gioiello tecnologico della ex Fiat. Continua il declino industriale del paese

La svendita dei gioielli industriali del nostro paese continua senza sosta. A fare da venditore anche in questo caso è la Fca/ex Fiat che, dopo aver ridotto occupazione e produzioni strategiche come Irisbus, ha venduto poco fa la Magneti Marelli ad una multinazionale giapponese ed ora ha messo in vendita la Comau, ossia il gioiello di alta tecnologia dell’ex gruppo Fiat che progetta macchine automatiche e robot.

Secondo quanto sostiene l’agenzia Bloomberg la cessione di Comau potrebbe avvenire per una cifra compresa tra 1,5 e 2 miliardi. Mediobanca aveva valutato il valore della società in circa 800 milioni di euro. “Secondo le nostre stime Comau genera attorno ai 2 miliardi di euro di ricavi e ha un margine di ebit di 70-80 milioni di euro. Sulla base dei nostri modelli di valutazione il valore della società è attorno agli 800 milioni di euro, considerando un multiplo ev/ebit di dieci volte”, aveva affermato il rapporto della banca d’affari milanese. Più lusinghiera la valutazione della Banca Imi che aveva stimato il valore di Comau in un miliardo.

Bisogna dire che non è la prima volta che trapelano indiscrezioni su una possibile cessione di Comau. In marzo era stato l’allora ceo di Fca Sergio Marchionne a sollevare questa ipotesi spiegando che “Comau è una bellissima azienda ed eventualmente potremo considerare uno scorporo, ma non entro il 2018 come avverrà per Magneti Marelli”. I rumors parlano di un acquirente cinese per Comau, ma ci sentiamo di scommettere su un acquirente diverso.

Per avere una idea delle potenzialità e del peso della Comau, è utile riferire lo scenario presentato dal suo amministratore delegato Mauro Fenzi, secondo cui “Forniamo già grandi case automobilistiche come Mercedes e Audi. Gli Stati Uniti sono il nostro mercato più importante, la Cina è al secondo posto come mercato estero. La Germania rappresenta circa il 15% delle nostre vendite ed è al terzo posto”. Ma le applicazioni della robotica guardano ormai anche oltre il settore dell’automotive. Sempre secondo Fenzi c’è “un buon potenziale di crescita nel settore della logistica, ma anche nel settore dei mobili e dell’arredamento, nel settore alimentare e perfino in quello del vino. La robotica non è più dietro le sbarre, ma è presente in tutti i settori industriali – come ad esempio nel settore dei servizi e nella Biorobotica. Industria 4.0 si rivolge anche alle industrie medio-piccole, i cui requisiti sono diversi da quelli del settore automobilistico”.

Insomma nel momento in cui cresce impetuosamente l’automazione industriale, la Fca/ex Fiat prosegue il suo processo di vendita e smantellamento delle sue attività produttive in Italia.

Gli utili degli azionisti privati del gruppo Fca ne beneficeranno sicuramente, ma il sistema industriale del nostro paese viene via via privato sempre più di pezzi strategici. Il fatto che queste aziende siano private non è un argomento accettabile per consentire il perseguimento sistematico del declino industriale dell’Italia al quale sembra essere stata condannata dalla divisione internazionale del lavoro. Eppure si assiste al colpevole silenzio di governo e Cgil Cisl Uil su questa vicenda così come sulla vendita della Magneti Marelli. Le capacità tecnologiche di aziende come la Comau sono troppo importanti per essere lasciate in mano ai privati, è un fatto che mette in tutta evidenza quella “contraddizione tra sviluppo delle forze produttive e rapporti di produzione” ossia la maledizione del capitalismo.

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