Nella giornata di lunedì 13 gennaio, la Fabio Perini ha comunicato alle organizzazioni sindacali presenti la decisione di licenziare 66 tra lavoratori e lavoratrici su un totale di 118 nel sito di Calderara di Reno.
Decisione inconcepibile ed inaccettabile quella di spostare la parte produttiva nello stabilimento di Lucca, dato che Bologna è considerata la Silicon Valley delle macchine automatiche, che ormai non lascia spazi a dubbi sul futuro dello stabilimento bolognese.
La Direzione motiva la decisione presa con il semplice calo degli ordinativi che si protrae da diversi anni, ma non racconta che questo è frutto di strategie manageriali sbagliate: la mancanza di investimenti in ricerca di nuove tecnologie per l’impacchettamento e lo sviluppo di nuovi macchinari hanno prodotto questo disastro economico. Queste scelte hanno messo a rischio la stessa tenuta dello stabilimento.
La Fabio Perini è parte della multinazionale tedesca Körber Group con più di quaranta aziende sparse nel mondo e 9600 dipendenti. Ancora una volta nel nostro territorio si minaccia un processo di deindustrializzazione a causa delle scelte di multinazionali che non esitano a sacrificare posti di lavoro e patrimonio industriale per i propri interessi.
Al di là della propaganda sulla tenuta del modello emiliano, la realtà è quella delle tante crisi: più di 150 aziende industriali solo nella provincia di Bologna con otto mila lavoratori e lavoratrici coinvolte. La mancanza di una seria politica industriale di intervento pubblico, la riduzione degli investimenti in ricerca, la forte dipendenza dalle filiere multinazionali sono alla base di questa grave e generale situazione.
La USB respinge con forza i licenziamenti, promuovendo insieme alle RSU tutte le iniziative necessarie per respingere la decisione della Direzione aziendale: già da oggi con uno sciopero di due ore con assemblea, dalle ore 10 alle ore 12.
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