Con la pandemia ancora in pieno sviluppo la Confindustria del Nord ha emesso il suo editto.
Dietro un iniziale e ipocrita riferimento al bene primario della salute, le associazioni padronali di Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna chiedono di aprire immediatamente la ‘fase due’ perché continuare con il lockdown significa “non produrre, perdere clienti, relazioni internazionali”.
Dopo che a inizio epidemia Boccia [attuale presidente di Confindustria, ndr] ha pianto per i cento miliardi persi ogni mese, oggi – migliaia di morti dopo – hanno vergogna a parlare di profitti da realizzare sulla pelle dei lavoratori!
Sostengono addirittura che non saranno in grado di pagare i salari del prossimo mese, come se in questi anni non avessero realizzato profitti stratosferici annientando diritti conquistati in decenni di lotte.
Pretendono di uscire dalla logica delle deroghe finora ottenute dal governo, che hanno già portato alla riapertura di migliaia di fabbriche e aziende. Basta con le filiere essenziali, si riaprano manifatture e cantieri!
Ma non basta: chiedono di essere autorizzati dall’Istituto Superiore di Sanità a fornire i propri dipendenti di dispositivi di protezione prodotti in deroga alle normative sanitarie, pretendono un nutrito pacchetto di finanziamenti a fondo perduto per la sanificazione degli ambienti, vogliono il riposizionamento degli spazi, come se non avessero già avuto abbastanza dal Governo e come se in questi due mesi non avessimo visto che cosa intendono quando parlano di norme di protezione e sicurezza.
Per finire, invocano uno stretto rapporto, ad ogni livello, tra le autorità preposte, le imprese e i sindacati per prevenire “pericolose situazioni di contrasto” che metterebbero a repentaglio ogni sforzo di collaborazione.
Non è bastato il bavaglio imposto in questi due mesi a qualunque voce che provenisse dagli operatori sanitari, dai lavoratori usati come merce deperibile, o da quelle organizzazioni sindacali come la nostra che non si sono stancati di denunciare ogni attentato alla sicurezza pubblica. Ora pretendono misure speciali! Speciali saranno le lotte dei lavoratori.
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